“Ali”

Nato da donna

Certamente l’alternativa non era che fosse nato da uomo. Piuttosto c’era da escludere che fosse sceso dal cielo o dalle stelle o materializzato sulla terra in qualsivoglia altro modo. L’espressione di Paolo ai Galati equivale infatti ad affermare con particolare efficacia che Gesù è veramente uomo. Come poter identificare meglio il genere umano?! Tutti siamo usciti dalla pancia di una donna!
Sì: Dio è stato partorito da una donna.
Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò (Gn 1,27). Donna e uomo sono specularmente necessari perché si possa immaginare Dio sulla terra!
Il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda» (Gn 2,18). Uomo e donna sono “concorrenti della stessa categoria”.
Essere uomo e essere donna sono reciprocamente imprescindibili. Eppure solo la donna partorisce e Dio è stato partorito da una donna.
Donna è sangue e carne, tenerezza, nutrimento, insicurezza e determinazione, fragilità e seduzione… donna è possibilità per l’uomo di essere capace di amare! E Dio è stato partorito da una donna.
Fin dall’inizio questo fu ritenuto inammissibile e scandaloso. Continuerà ad esserlo. Se qualcuno si scandalizza… cambi religione! La nostra fede cattolica non rinuncerà mai a proclamare questo dono e noi ci gloriamo di professare questa fede. E la professiamo anche proprio celebrando il Natale.
E allora quest’anno (per puro caso il primo della storia italiana con Presidente del Consiglio donna) il mio augurio è quello di considerare e contemplare più a fondo cosa significhi essere donna. Donne comprese, ovviamente. Luoghi comuni esclusi, ovviamente.
Se si contempla troppo la mascolinità dell’umanità ci si ritrova in una logica di potere, di conquista ad ogni costo (“operazione speciale” inclusa), di profitto e di calcolo. E certamente assolutizzare la femminilità porta a derive opposte. Ogni uomo che cerca di capire meglio una donna si trova ad essere più uomo e ogni donna che cerca di capire meglio un uomo si trova ad essere più donna. E naturalmente oltre al capire c’è l’apprezzare, contemplare, amare… e così l’immagine di Dio diventa visibile e tangibile sulla terra!
Fatto sta che “Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli” (Gal 4, 4b-5). Cosicché… Dio è stato partorito da una donna perché noi potessimo capire che siamo tutti partoriti da Dio!
Buon Natale, amici! Tutti (Giorgia Meloni compresa) possano contemplare con maggiore profondità e stupore il mistero dell’essere donna perché questo certamente ci rende più cristiani!
don Lorenzo

Cercatori veraci

“Cercatore verace di Dio è solo chi inciampa su una stella, scambia incenso e oro con un ridente cuore di bimbo e, tentando strade nuove, si smarrisce nel pulviscolo magico del deserto.”

Ho trovato questa frase nel cuore di una chiesa a noi vicina: così l’ho benedetta e respirata. È che ci descrive in questo tempo del mondo così arido e avido. Chi segue una stella oggi, come allora, è molto coraggioso. Di quel coraggio che ridà armonia ed equilibrio alla terra, piccolo granello di universo. Si diventa cercatori veraci dello Spirito.
Io di cercatori veraci ne ho trovati tanti accanto a me in questo avvento! Bambini e ragazzini che nei loro piedini hanno scritto la scia stupenda della loro fede. Ho raccolto alcune delle loro domande.
Perché ci sono differenze tra uomini? Perché il mio fratello non vuole il mio bacio? Dio si annoia? Dio gioca? Dov’è Dio? Dio come fa a fare i miracoli? Nel futuro inventerai altri uomini? Che cosa è l’anima? Dove finisce il cielo? C’è la vita dopo la morte? Perché sono nato quando sono nato? I Re Magi sono bravi o monelli? Come ha fatto Gesù a risorgere? Perché la mia mamma è bella? Perché esistono le stelle? Perché come segno per i Magi hai scelto la stella cometa?
Ecco il mio primo augurio: inciampare in una stella!

I nostri bambini sanno cosa donare a Gesù, cosa scambiare con il suo “cuore ridente”. Hanno risposto così alla domanda: cosa tu vuoi donare a Gesù Bambino?
Io gli vorrei regalare un abbraccio; Il primo regalo una benedizione, il secondo una corona, il terzo alcuni animali; Io desidero giocare con lui e farlo tanto divertire che si senta amato; io gli dono la mia fede perché credo in Te Gesù Bambino; gli dono un albero di Natale, una copertina calda e un pandoro; la mia gentilezza; Dono il mio cuore con tutta la mia vita che sia bella o brutta, ricca o povera, triste o felice; Gli porto un angelo, una stella cometa di peluche da tenere sempre con sé; carissimo Gesù io ti voglio portare il potere della felicità!
Ecco il mio secondo augurio: domandarsi come far felice Gesù, come rendere ridente il suo cuore!

Ci sono parole che hanno dentro una promessa buona: l’aria si profuma di primavera quando vengono pronunciate e il vento le consegna birichino in ogni angolo del pianeta. Sentite cosa rende felici i giorni dei nostri cercatori veraci!
Il cibo che fa la mamma; la Juventus e il tonno in scatola; giocare con gli amici in oratorio; fare un viaggio; la famiglia: sono sempre con me! Accarezzare gli animali; le stelle in cielo e in terra; fare delle escursioni; coccolare i miei pupazzi; il calcio e la pizza e le vacanze! Quando la mamma mi dà un bacio; stare con Gesù; giocare a nascondino; disegnare; quando mangio le mie caramelle insieme a qualcuno; mi fanno felice baci e abbracci; le feste!  Sono felice quando mi fanno le sorprese; vedere le persone in difficoltà che gioiscono quando ce la fanno; la cancelleria; aiutare le persone che ne hanno bisogno.
Ecco il mio terzo augurio: perdersi nel pulviscolo magico del deserto perché si stanno tentando strade nuovissime!
don Giuseppe

Auguri… con gli occhi del cuore

Quest’anno ci siamo incamminati per tutto il tempo di Avvento insieme ai Magi; per questo per l’augurio in questo S. Natale vorrei regalarci la bella poesia di David Maria Turoldo che si intitola ‘Epifania’; leggiamo il testo:
Eran partiti da terre lontane:
in carovane di quanti e da dove?
Sempre difficile il punto d’avvio,
contare il numero è sempre impossibile.
Lasciano case e beni e certezze,
gente mai sazia dei loro possessi,
gente più grande, delusa, inquieta:
dalla Scrittura chiamati sapienti
Le notti che hanno vegliato da soli,
scrutando il corso del tempo insondabile,
seguendo astri, fissando gli abissi
fino a bruciarsi gli occhi del cuore!
Naufraghi sempre in questo infinito,
eppure sempre a tentare, a chiedere,
dietro la stella che appare e dispare,
lungo un cammino
che è sempre imprevisto
Magi, voi siete i santi più nostri,
i pellegrini del cielo, gli eletti,
l’anima eterna dell’uomo che cerca,
cui solo Iddio è luce e mistero.

Il poeta, in un crescendo sempre più vicino a noi, definisce le caratteristiche di questo viaggio, “partiti da terre lontane”… “in carovane”… “lasciano case, beni e certezze”: è sempre stato per me un mistero affascinante come i magi abbiano deciso di compiere un viaggio così. Ho pensato ai sogni, alla Speranza, al desiderio che le proprie intuizioni potessero trovare riscontro con la realtà… per questo il poeta continua sottolineando ora i loro atteggiamenti: “hanno vegliato da soli”… “seguendo astri, fissando abissi fino a bruciarsi gli occhi del cuore”: bellissima questa immagine, dove si fondono lo sguardo dell’occhio con il desiderio del cuore…
Un cammino che li rende “naufraghi, a tentare, a chiedere” dove l’imprevisto li avvolge ma non li distoglie dalla mèta: lasciarsi guidare nell’imprevisto, quanto mi fa paura, preferendo invece la certezza che mi rende sicuro, infallibile, dove però le definizioni “gente mai sazia dei loro possessi… gente più grande, delusa e inquieta” probabilmente sono più vicine a me…. ma così non guardo più con il cuore. Quanti fratelli e sorelle di ogni età e in ogni parte della terra si mettono in cammino ancora oggi come i magi, in  viaggi pieni di imprevisti ed ostacoli (a volte anche per nostri atteggiamenti, come la fredda indifferenza…), ma si incamminano con lo sguardo del cuore.
Poi, in un crescendo sempre più spirituale, ecco che il poeta arriva a giudicarli: “siete i santi più nostri”, “pellegrini del cielo”, “l’anima eterna dell’uomo che cerca”: immagini fresche, gioiose e in movimento, tra essere pellegrino e cercare, santo ed eterno: è la bellezza del dono, il profumo dell’incenso, la preziosità dell’oro, la tenerezza della mirra.
Ecco la risposta al perché di questo viaggio: “cui solo Iddio è luce e mistero”: caro Gesù, ma quanto è pacificante e totalizzante tutto ciò…sei luce del e in cammino verso la méta, sei mistero che mi toglie la tentazione di conquistarti, per accoglierti invece…
E se toccasse anche a me, a ciascuno di noi, gustare la visione beatifica dei magi, non conviene forse mettersi in un viaggio come quello che hanno compiuto loro?
Auguri, perché ognuno possa arrivare al presepe guardando, come i magi, come i pastori,  con gli occhi del cuore… Buon Natale!
don Paolo

PREGHIERE DEI FEDELI

Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, Signore.

Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Nel cuore degli uomini sono molte le domande che vi abitano: cerchiamo felicità, chiediamo giustizia, imploriamo pace, desideriamo vera fraternità. A Te, Signore, che ti fai figlio, consegniamo la nostra fede. Ti preghiamo.

Oggi è nato per noi il Salvatore. Nel cuore dei cristiani oggi la gratitudine diventa un canto alla speranza: perché riconosciamo in Gesù Colui che ora ci salva, che ora ci unisce nel perdono, che ora ci parla con amore. Ti preghiamo.

Dio, ultimamente, ha parlato a noi per mezzo del Figlio. Nel cuore dei poveri oggi risuona la benedizione verso Colui che sceglie di nascere povero: perché lo scarto, l’indifferenza, la solitudine siano vinte dalla misericordia, dalla condivisione e dalla solidarietà. Ti preghiamo.

Sulla terra pace agli uomini, che egli ama. Nel cuore della Chiesa risuona la preghiera di intercessione per tutti coloro che soffrono a causa della guerra e della prepotenza: manda il tuo angelo ad annunciare pace e buona volontà. Ti preghiamo.

Lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia. Nel cuore di ciascuno di noi c’è la stessa tenerezza di Maria che accoglie Gesù, piccolezza di Dio, e lo protegge: per le nostre famiglie, che si radunano attorno alla tavola, trovino nell’ascolto della Parola del Signore i motivi per far festa e rimanere uniti. Ti preghiamo,

Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia. Nel cuore di Gesù c’è tanto amore per noi uomini della terra: perché possiamo adorare e in silenzio contemplare il disegno stupendo del Padre che ci desidera tutti figli senza paure e senza inganni. Ti preghiamo.

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