“Ali”

Contenti?

Molto di più: innamorati!
Se c’è una cosa che mi fa impressione è vedere ragazzi giovani che “sono insieme” (si dice così… ma chissà cosa vuol dire?!) e che il più delle volte hanno il muso.
Insomma… se non siete contenti mollatevi!!!
Ma appunto, essere contenti dovrebbe essere scontato, però c’è molto di più. Cosa?
Domani è San Valentino e… forse ne sapete più di me! Però credo di poter dire che essere innamorati è una delle condizioni più belle dell’animo umano. Ed è indescrivibile, cioè non ci sono parole che possano spiegarla a sufficienza. Quindi più ne parli, più ti vengono in mente altre cose da dire!
Oggi secondo me ci aiuta anche il vangelo: non è forse vero che gli innamorati hanno nel cuore una gratitudine immensa? Che dicono: ma cos’ho fatto io per ricevere un dono così bello?! E addirittura, non è forse vero che chi è innamorato si guarda e dice: ma io non mi sono mai visto così! Ci si accorge di avere uno sguardo inaspettato su se stessi… perché c’è un altro sguardo che ti vede bello, anzi… meraviglioso/meravigliosa!
“Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo”.
La meraviglia più grande e la gioia più pazza non nasce mai dal guardarsi allo specchio (che ti rende prigioniero della tua stessa immagine), ma dallo sguardo che ti fa scoprire guarito, perché eri malato! E ogni giorno ti scopri guarito e così ti accorgi che prima eri un po’ malato. E la gratitudine ti mette le ali ai piedi e corri a ringraziare!
don Lorenzo

IL QUADRO NEL CASSETTO

Custodire nella gratitudine

Un giovane pronto all’attacco. La sciarpa che copre il volto e il cappello nero sono l’abbigliamento di chi va in piazza per scontrarsi e protestare. La postura del corpo indica un ragazzo determinato a lanciare “contro” qualcuno per distruggere e ferire: il braccio sinistro teso a prendere la mira, quello destro predisposto come una leva che scaglia lontano e le gambe divaricate per dare stabilità ad una azione di guerriglia.

Quest’opera di Banksy riprende un graffito apparso sui muri di Gerusalemme nel 2003 e rappresenta un manifestante palestinese pronto a gettare pietre sulle milizie israeliane. È un graffito che, come numerosi altri comparsi sui muri delle città del mondo, lancia un messaggio accattivante e sorprendente. Al posto di una bomba o di un sasso, l’artista spiazza tutti mettendo nella mano del manifestante un mazzo di fiori. Proprio lì sul muro costruito per separare Palestinesi ed Israeliani viene seminato un messaggio di speranza che sbriciola l’odio con il quale ci si separa, ci si distrugge reciprocamente. È un atto di gentilezza e delicatezza che mette in crisi la forza della violenza. L’artista che vuole rimanere anonimo, lancia nel cuore di chi si sente escluso e vittima di soprusi una parola profumata di guarigione più forte della rabbia.
dG

LA CASA DOV’È?

Fidanzati, giovani coppie, sposati e non sposati, con figli e senza figli… gente che “sta mettendo su casa”

Sabato 19 a San Gabriele

• 16.00 merenda
• 17.00 confronto con Roberta Fumagalli

Abitare con l’altro (dinamiche relazionali di una giovane coppia, le insidie e le risorse che possiamo trovare per superarle)

PREGHIERE DEI FEDELI

 Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, Padre buono!

  1. Io ne radunerò ancora altri, oltre quelli già radunati: enorme è il desiderio di Dio affinché tutti gli uomini e le donne della terra si sentano raccolti dal suo amore di padre. Vuole che nessuno sia escluso dalla gioia di sentirsi “figlio benedetto”: per i missionari. Ti preghiamo.
  2. La mia casa si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli: Portiamo davanti a te, Signore, nella preghiera, l’operaio che venerdì pomeriggio ha perso la vita, lavorando nel nostro quartiere. Accoglilo con te, consola la sua famiglia e fa che tutti, secondo le loro responsabilità, si sentano chiamati ad assicurare le condizioni di sicurezza necessarie, perché il lavoro sia veramente per l’uomo e non viceversa. Ti preghiamo.
  3. Chi mi libererà da questo corpo di morte?: San Paolo ci chiama ad una battaglia interiore durissima contro il peccato. Nelle sue parole sentiamo descritta la nostra esperienza di fragilità: anche noi non compiamo il bene che vogliamo ma il male che non vogliamo. Per i confessori e direttori spirituali. Ti preghiamo
  4. Gesù, maestro, abbi pietà di noi: Accogli, Signore, la nostra preghiera comune, non solo come singoli ma come comunità. Allarga il nostro sguardo, perché sappiamo cogliere le preoccupazioni e le gioie di quanti vivono accanto a noi, perché il tuo amore è più grande nel nostro cuore. Ti preghiamo.
  5. Tornò indietro lodando Dio a gran voce: il tempo dato alla lode e alla riconoscenza è il modo con il quale veramente custodiamo tutti i doni che Dio ci elargisce nella sua bontà. Per l’affetto che ci circonda e per tutti gli innamorati. Ti preghiamo.
  6. Li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera: per Clementia Pascua, Maria Tindara Paratore, Clementino Giglio, Francisca Moloche, Ivanna Arbasini.. e per tutti i defunti.. Ti preghiamo.

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