Scintille colorate, quasi riflessi di luce allegra nella penombra. Rombi sospesi, quasi note che danzano sulle pareti mute delle chiese. Pentecoste di apertura: dalla mensa alla piazza, dall’intimità dell’ascolto all’intimità della comunione profonda. E ora è il momento del vento atteso. Ora il coraggio di Dio bussa ai cuori ancora lenti a sorprendersi. Ora l’inesprimibile ci sfiora: l’inafferrabile ci abita. I più sensibili tra noi ne respirano il brivido, la scossa arriva ai tiepidi.
Una energia sperata fa fiorire di nuovo l’oratorio, il nostro giardino delicato. È tempo di “iscrizioni”: le famiglie sono chiamate ad una firma. Arriva l’occasione per intenerirsi. I più piccoli domandano futuro, chiedono attenzioni e cura dell’anima nei corpi in crescita. Ci si incammina a passo lento per le strettoie dei protocolli. Passo lento ma determinato. L’oratorio estivo più che mai è l’affacciarsi nella piazza della nostra comunità di famiglie amiche. Benedetto questo gagliardo vento di Pentecoste. Benedetti coloro che lo amano e lo fanno amare. Benedette le mani che raccolgono scintille. Benedetti i nostri animatori, già da tempo se lo sognano l’oratorio estivo!
don Giuseppe
Purtroppo non possiamo ancora aprire le iscrizioni vere e proprie perché il Governo non ha ancora stabilito i protocolli per le attività estive. Si può fare una pre-iscrizione online tenendo come ipotesi queste cose essenziali:
4 settimane di oratorio estivo
- 14 giugno – 9 luglio
- 4 gruppi (“bolle”) di 15 ragazzi
tutto il giorno (8.00 – 16.30)
con pranzo al sacco - 1 gruppo solo mattino (8 – 12.30)
- 1 gruppo solo pom. (13.30 – 16.30)
- 2 merende (mattino e pomer.)
- 2 magliette a testa
- Gita o piscina al mercoledì
> € 10 iscrizione
€ 15 a settimana (½ – € 10 )
€ 15 gita o piscina
2 settimane di vacanza
- 11-18 luglio I – IV Elementare
- 18-25 luglio V Elem. e Medie
- Rifugio Reviglio di Courmayeur
> € 250 viaggio compreso
Clicca subito!
Lingue come di fuoco
NELLA PROPRIA LINGUA NATIVA
Dalla paura all’incontro, dalla chiusura alla apertura: le scintille diventano fuoco e vento che raggiunge ogni cuore. Gli amici di Gesù ricevono il dono dei doni: lo Spirito di Verità. Il cammino pasquale si manifesta nella sua definitiva pienezza: dalla mensa alla piazza. Cittadini del mondo, siamo accesi dal “respiro di Dio” alla fraternità matura, quella che vince divisioni perché canta la diversità, quella che rompe le schiavitù perché danza la libertà.
Ciao, sono la mamma di una delle bimbe che frequentano l’oratorio. L’oratorio, non questo, ma un oratorio a qualche km da qui, è il luogo in cui sono cresciuta e in cui sono nate tante amicizie importanti. Ho ricevuto il grande dono di conoscere e crescere con ragazzi che, a un certo punto del nostro comune percorso, hanno deciso di donare tutta la loro vita a Gesù: padre Alessio e don Alessandro sono diventati missionari perché hanno visto nei poveri il volto più chiaro e limpido di Gesù. Seguendoli in terra di Missione per qualche estate ho incrociato dei bambini: erano proprio meravigliosi, come i tanti bimbetti che riempivano la mia vita quando a scuola mi incontravano come maestra.
Creammo dei piccoli, ma importanti momenti di gioco sia coi bambini del Kosovo che con quelli del Brasile, quando accompagnammo i nostri amici missionari. Vi chiederete come si possa spiegare un gioco avendo lingue diverse, come si racconta quanto sia bello incontrarsi e riconoscersi in un’unica storia d’amore se non si hanno le parole… Abbiamo scovato modi diversi per parlare: gesti, segni, simboli da condividere, canti, grida e facce buffe per comunicare. Quando sono diventata mamma, ho abbandonato ciò che avevo costruito con questi cari amici, i missionari Saveriani e sono venuta ad abitare in questa splendida città.
Quando la mia bimba ha compiuto un anno, sono stata chiamata in una scuola meravigliosa, la scuola del parco Trotter. Ci sono capitata per caso, perché non conoscevo la zona. Sono una persona molto fortunata e questo dono, ricevuto per caso, mi ha consentito di sperimentare nuovamente, ogni giorno, la bellezza dello Spirito che crea diversità e unità. Tante culture diverse si incontrano, si colorano e si arricchiscono vicendevolmente nell’unico modo di essere bambini: pieni di voglia di crescere, di stare insieme, di fare cose belle. La lingua madre, la lingua che rassicura e ci ancora alle nostre radici non è più un mezzo per comunicare e a volte mi immedesimo nella fatica di quei bambini che, magari appena giunti in Italia, seguono flussi di parole senza senso.
Quegli stessi bambini però nel giro di pochi mesi, a partire dai bisogni primari, trovano il modo di farsi comprendere. Si nota proprio un cambiamento nello sguardo, che da attento e spaventato si rilassa mentre la voce trova sempre nuovi appigli in parole sempre meno sconosciute. Se si ha la fortuna di incontrare qualche compagno con la propria lingua madre, per un po’ si cerca rifugio in essa, ma poi vince la voglia di aprirsi al mondo, di comunicare tutti insieme. Il gioco naturalmente diventa la prima fonte di legami. Leggere gli sguardi, le emozioni, quest’anno anche dietro le mascherine diventa un gioco per raccontare con lo sguardo cosa si sente dentro e ascoltare chi vuol raccontare una gioia o un dolore. Non importa quanto si capisca del racconto, condividere è già un buon passo per stare bene.
La lingua torna a essere comunicazione dentro un mondo in cui però la cura, la condivisione, i valori passano attraverso sguardi, parole condivise, attenzioni, merende e momenti di intensa complicità in cui a parlare è solo l’amore che lega storie diverse sotto quell’unica storia vera che ci accomuna.
Erika