“Ali”

Sorella amica

Sorelle

Suore. Magari non tutti sanno o non sempre ricordano che vuole dire “sorelle”.
Tra noi ci sono sr Navya, sr Lorena, sr Valeria e sr Gemma, Figlie della Presentazione, sr Silvana, sr Maria e sr Maria, Figlie della Chiesa. Davvero una fortuna avere addirittura due famiglie nella nostra Comunità! Da qualche tempo al sabato mattina noi due preti con loro recitiamo insieme le lodi e poi “ci viziamo” con una colazione in segreteria: un momento di simpatica fraternità-sorellità! Chiunque abbia qualche contatto semplicemente “umano” con loro sa bene che la loro presenza è un dono, perché non sono solo amiche tra loro, ma sono presenza amica per tutti!
Ma non finisce qui: tra le nostre case c’è una casa dove vivono sei amiche che non sono “suore”, ma sorelle sì, fanno parte di una associazione laicale, sono le Memores di Via Venini… e quelle di Via Giacosa (una dozzina!). Altro dono prezioso: vivono “ricordando” costantemente la presenza di Gesù tra noi. Anche la loro amicizia è per tutti!
Oserei dire che c’è anche una stranezza nella nostra Comunità: tre mamme con una figlia, che messe insieme fanno quattro sorelle. Abitano a San Gabriele, non sono niente, ma qualcosa fanno e anche la loro amicizia è un dono per tutti.
Fratelli e sorelle tutti, chiamati a vivere l’amicizia… grazie a Dio!
dL

Sorella amica

Che cosa vuol dire trovare delle sorelle amiche?
Per noi vuol dire incontrare sulla propria strada delle relazioni che sostengono e però anche aprono alla vita. Ci sono state tante situazioni che ci hanno permesso di condividere il tempo: momenti di compagnia, serate di amicizia, cammini di fede, occasioni di servizio in oratorio; tutto ciò ha creato una grande familiarità e, dentro questa, è stato possibile vivere azioni concrete di aiuto reciproco e di sostegno e fare in modo che esse venissero accolte per quello che sono: affettuosi abbracci fraterni.
Ci sono state esperienze faticose e anche molto dure che ci è capitato di dover attraversare, come compiere scelte di autonomia, scoprirsi fragili ad affrontare la maternità, sentire la fatica di crescere i figli, accettare una separazione o una malattia, vivere la perdita del compagno di vita e marito.
Dentro di noi è cresciuta questa esigenza: essere presenti le une per le altre, osare chiedere, essere disponibili ad accogliere, permettere di alimentare e far crescere l’amicizia in molte occasioni e, spesso, anche inventarle, perché sappiamo che sono preziosi i momenti in cui ridiamo insieme e ci aiutiamo a guardare le cose con ironia e leggerezza.
Ciò che ci lega è diventato ormai imprescindibile dalla nostra quotidianità, anche se sappiamo che capirsi non è sempre facile e arrivare a tutto è impossibile; per questo spesso ci affidiamo al Padre pregando gli uni per gli altri, le une per le fatiche delle altre, e ringraziamo per il dono prezioso e bello di cui possiamo godere e del fatto che lungo la strada si è arricchito di nuove presenze, nuovi punti di riferimento e compagne di viaggio.
Simona, Laura, Laura, Antonella e Anna

Francesco

L’individualismo non ci rende più liberi, più uguali, più fratelli. La mera somma degli interessi individuali non è in grado di generare un mondo migliore per tutta l’umanità. Neppure può preservarci da tanti mali che diventano sempre più globali. Ma l’individualismo radicale è il virus più difficile da sconfiggere. Inganna. Ci fa credere che tutto consiste nel dare briglia sciolta alle proprie ambizioni, come se accumulando ambizioni e sicurezze individuali potessimo costruire il bene comune.

Tavola imbandita di Amicizia

Tanti anni fa quando io e Paolo abbiamo cominciato a frequentare gli incontri delle famiglie straniere che si tengono in parrocchia un sabato al mese organizzati da don Alessandro Vavassori non sapevamo bene cosa aspettarci. Eravamo mossi da molta curiosità. Voglia di conoscere le vite di tanti stranieri che abitano la nostra città, che sfioravano le nostre vite in silenzio. L’incontro comincia sempre con una cena in condivisione ed ognuno porta i piatti del proprio paese, ciò che ama e li riporta con profumi e gusti a casa. Dopo ci si ritrova insieme per ascoltare la Parola e condividere cosa ci suscita. Durante le condivisioni abbiamo scoperto storie, emozioni e sofferenze. Piano piano abbiamo dato un volto ai tanti passanti che abbiamo sempre visto in via dei Transiti o in viale Monza e Via Padova, che vivono le loro vite in fretta tra un impegno e l’altro, come noi.
I racconti ci hanno fatto scoprire però quali emozioni portano una persona o una famiglia a staccarsi dai propri affetti; abbiamo sofferto insieme per la perdita di un lavoro, oppure di un posto letto, ma abbiamo anche festeggiato con lacrime di gioia ricongiungimenti di figli che non vedevano da anni, se non tutti i giorni via skype. Abbiamo visto crescere i nostri fratelli insieme alle loro famiglie nelle difficoltà di culture mescolate, ma con la gioia di essere finalmente uniti. Siamo piano piano diventati amici e ci hanno sempre accolto come fratelli chiedendoci anche di vivere con loro i momenti forti dell’anno, celebrando insieme le festività.
I tanti piatti e profumi della tavola imbandita sono diventati, incontro dopo incontro, familiari e addirittura ora riesco anche a cucinare qualche piatto, con gli utilissimi consigli via whatsapp delle mie amiche e sorelle filippine.
Dei nostri amici conosciamo le storie, le fragilità e le emozioni: tutto questo è stato un dono grande che ha permesso a me e Paolo di riconoscere intorno a noi in ogni volto sudamericano o filippino una storia, una famiglia, delle radici anche quando non li conosciamo davvero.
Ecco perché una volta alla settimana partecipo al Gruppo di Ascolto Caritas, perché dietro ad un volto c’è una storia da ascoltare, custodire e se possibile aiutare. La curiosità, l’incontro, l’amicizia.
Stefania

Francesco

Neppure l’uguaglianza si ottiene definendo in astratto che “tutti gli esseri umani sono uguali”, bensì è il risultato della coltivazione consapevole e pedagogica della fraternità. Coloro che sono capaci solamente di essere soci creano mondi chiusi. Che senso può avere in questo schema la persona che non appartiene alla cerchia dei soci e arriva sognando una vita migliore per sé e per la sua famiglia?

Distanziamento sociale?

È nata male questa espressione figlia della pandemia! Non ha molto senso e mette insieme due realtà molto diverse. Tutti capiscono il senso del distanziamento fisico, ma… la pandemia è un’occasione (da non perdere!) per essere una società più unita!
La solitudine è figlia dell’egoismo, non della pandemia. Non perdere l’occasione: tanti fratelli e sorelle aspettano la tua amicizia!

Aiutare il prossimo?

Si dice ancora che per essere buoni bisogna aiutare il prossimo?
Proviamo a dire che diventando fratelli ci si trova più buoni?
Se per caso ti fosse passato per la testa di far parte della Caritas, non continuare a chiederti quali risorse hai per poter aiutare gli altri. Prova a chiederti se hai bisogno tu di ritrovarti amico di qualcuno che non ti aspetteresti mai!

Domenica delle Palme

  • Non ci saranno le processioni
  • Gli orari delle Messe sono quelli festivi (come ogni domenica), compresa la Messa per i ragazzi alle 12.00 a SMB
  • L’ulivo sarà distribuito esclusivamente al termine delle Messe, confezionato con cartoncino per appenderlo
  • Sono necessari dei volontari per l’accoglienza: date la disponibilità già oggi!
  • Raggiunta la capienza massima in chiesa si accenderà l’impianto audio esterno per seguire sul sagrato o nel cortile

Mercoledì 24

 

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