“Ali”

Messa in poltrona?

Semplice riflessione sulla preghiera in tempo di pandemia

“Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio” (1Cor 3,22-23). Padroni del mondo… se tutto è orientato! Ogni cosa ha un senso, una direzione. Qualsiasi cosa può portarci a Dio, al bene, alla comunione.

Siamo stati tra i primi (e anche ora perseveriamo nell’esperienza) a trasmettere le Messe in streaming. All’inizio arrangiandoci con i mezzi a disposizione, poi dotandoci di adeguate apparecchiature. Ma perché?

Beh… tutti lo sanno: nel primo lockdown non si poteva nemmeno venire in chiesa, ora la partecipazione è contingentata e regolamentata e soprattutto è fortemente sconsigliata per le persone a rischio. Ma seguire la Messa stando in poltrona e guardando un monitor “vale”?

Non voglio addentrarmi nella questione ormai fuori moda del “precetto”, ma la risposta sicura, chiara e indiscutibile è: certo che vale! Tutto vale! Vale anche dire una preghiera, sentirsi vicini, ricordare gli altri fratelli, vale anche stare in silenzio nella propria camera… tutto vale! Tutto è vostro! …se orientato alla Comunione! Quante persone mi hanno ringraziato e continuano a farlo perché davvero verrebbero più che volentieri in chiesa, ma non possono! La Messa in streaming è per loro un dono bellissimo per sentirsi “in chiesa”, “in comunità”, in Comunione. Qualcuno rivede anche la Messa dopo, ascolta la Parola e l’omelia per riflettere con calma…

Può succedere che qualcuno normalmente esca tranquillamente per sbrigare altre faccende (andare al mercato o dal parrucchiere sono comunque cose sacrosante da fare!) e poi alla domenica preferisce stare in poltrona… beh, come giudicare? Magari se non ci fosse lo streaming, in chiesa non ci andrebbe comunque… chi può saperlo? Certo è che ciò che conta è il desiderio di Comunione! E quando ci si orienta a questo, prima o poi si arriva a “fare la Comunione”, venendo in chiesa e nutrendosi di Gesù!

don Lorenzo

In (gruppo d’)ascolto della Parola

Nel Consiglio Pastorale di  giovedì (tenutosi via web) è stata preziosa l’introduzione di don Lorenzo sui discepoli di Emmaus, i quali sanno cos’è successo nella Pasqua a Gerusalemme, ma fino a quando Gesù non si mette a camminare a loro fianco “spiegando loro in tutte le scritture ciò che si riferiva a lui”, non lo capiscono e i loro occhi sono incapaci di vedere. E quando “si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero”, riconoscono anche che quando Gesù parlava il cuore ardeva dentro di loro. Vorremmo che accadesse anche a noi!

Don Giuseppe, infatti,  ha introdotto l’argomento chiedendoci qual è la nostra “sete” di Parola di Dio, in particolare da quale di questi tre atteggiamenti è particolarmente dettata: dalla voglia di conoscenza, dal voler condividere quello che ci suscita, o di volerla annunciare raccontando la propria esperienza?

Per ognuno di questi tre atteggiamenti, nella nostra Comunità in passato abbiamo avuto tante esperienze diverse. Per il primo: una “scuola della Parola” per adulti tenuta per decenni da mons. Giovanni Giavini, una “lectio divina” che spiega il Vangelo, un foglio distribuito già con il commento delle letture della domenica seguente per arrivare più preparati e gustare meglio la Parola di Dio… Per il secondo: gli incontri serali nei venerdì di Avvento, gli esercizi spirituali nei “tempi forti” prima di Natale e Pasqua, preghiere ad alta voce, gruppi di ascolto per le dirette radio dell’Arcivescovo… Per il terzo: esempi come l’omelia “condivisa”, articoli sul bollettino “Ali” per raccontare le proprie esperienze…

La domanda su cui ci siamo confrontati a questo punto è stata: noi che cosa scegliamo e da che cosa iniziamo? Gli interventi si sono concentrati sul voler continuare la bella esperienza dei venerdì d’Avvento (semplificandone la struttura, un po’ troppo ricca) e sul cominciare a pensare a nuovi gruppi d’ascolto della Parola, che forse molti non conoscono. Si tratta infatti di una esperienza che può diventare molto significativa per una Comunità pastorale: la Parola di Dio letta e meditata in piccoli gruppetti di famiglie può davvero scaldare il cuore di molti e dare un indirizzo a tutta la comunità nel suo insieme. Ogni gruppetto è indipendente, ma il cammino è comune. Nessuno deve insegnare, ma tutti imparano, perché ci si mette in ascolto dell’unica Parola che salva!

Dunque ora si tratta di riprendere i momenti di preghiera in chiesa come in Avvento, trovando chi cura la loro preparazione, e di iniziare a preparare il terreno, perché appena sarà possibile si inizi l’esperienza dei Gruppi di Ascolto. Tutti sono benvenuti!
Loris Cantarelli

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