“Ali”

QUI-SI-CURA

Tutta la Comunità cristiana é chiamata a prendersi cura… di tutti!

“Sicüra!” in milanese significa “certamente”. La sicurezza è quasi un idolo da tutti invocato in ogni ambito, situazione e discorso… Ma chi parla della cura? Papa Francesco.

“L’educazione alla cura nasce nella famiglia, nucleo naturale e fondamentale  della società, dove s’impara a vivere in relazione e nel rispetto reciproco”, scrive nel Messaggio di inizio anno, nel quale cita anche Paolo VI: «Non temete la Chiesa; essa vi onora, vi educa cittadini onesti e leali, non fomenta rivalità e divisioni, cerca di promuovere la sana libertà, la giustizia sociale, la pace; se essa ha qualche preferenza, questa è per i poveri, per l’educazione dei piccoli e del popolo, per la cura dei sofferenti e dei derelitti».

Qui, in Famiglia, in Oratorio, in Parrocchia desideriamo allenarci ad avere cura! In un momento in cui c’è grande attenzione alla cura del corpo, è fondamentale che teniamo alta l’attenzione alla cura dello spirito. E non è una faccenda che riguarda solo i genitori che hanno figli piccoli.

Per loro adesso ci sono quattro domeniche nelle quali i genitori potranno rendersi conto del cammino da fare insieme ai ragazzi che si preparano ai sacramenti. Ma la “cura” che cambia il mondo, quella di cui parla il papa, è quella che ogni cristiano cerca di avere verso il prossimo in generale. Per intenderci, quella che ha avuto il buon Samaritano.

In un momento in cui assistiamo al dilagare di violenza, prepotenza, desiderio di sopraffazione, ideali di superiorità… perché non provare a dire a tuo marito, tua figlia, alla nonna, al vicino di casa, al collega… “tu mi interessi”, “ti posso aiutare?”, “ti do una mano”… perché sei mio fratello?! Di qualunque religione tu sia e qualunque sia il tuo pensiero.

Il papa (e – credo – anche il vangelo!) ci dice che questa è l’unica via che può portare alla pace, alla convivenza serena su questa terra.

Iniziamo dai più piccoli, ma proviamoci tutti!
don Lorenzo

Tempo per la cura, cura del tempo

“Quando il quotidiano è aspro, il cuore ha bisogno di meraviglia” scriveva un educatore che ha accompagnato famiglie con grandi ferite nel cuore.

Qual è il posto della meraviglia in una casa? Cosa può lasciarci in silenzio e con gli  occhi lucidi di gioia quando stiamo con le persone a cui vogliamo bene? Ce lo chiediamo pensando alle nostre famiglie e alla famiglia di famiglie che è la Chiesa.

Scrive un cantautore italiano “Per ogni cosa c’è un posto, ma quello della meraviglia è solo un po’ più nascosto”. È con meraviglia che come catechiste stiamo vivendo questo tempo di Chiesa così nuovo che ci è dato. Ci siamo accorte di come un’intesa, tacita e profonda, con tutti i genitori ci abbia portato in questo avvento alla semina della Parola in un terreno bene arato e concimato grazie al lavoro e alla fatica di tutti.

Genitori e catechiste insieme, abbiamo vissuto il cammino in preparazione al Natale con il desiderio grande di bene per i piccoli della nostra Comunità che abbiamo affidato al vero Seminatore che è Gesù.

E che dire del supporto ricevuto dagli adolescenti nelle celebrazioni domenicali e durante la novena?

Il lavoro faticoso del contadino però è solo all’inizio e molto, lo sappiamo, è dono!

Ora è il tempo della cura e della costruzione di un edificio solido che resista alle intemperie. “Mattone su mattone viene su la grande casa” è la canzone che accompagnerà ragazzi e genitori del catechismo in queste domeniche di gennaio dedicate alla costruzione della casa che siamo noi quando siamo  chiamati e riuniti nel nome di Gesù. Come bravi architetti puntiamo ad una casa graziosa (piena di Grazia!), accogliente, con uno spazio speciale per tutti e per ciascuno. Il simbolismo dell’edificio casa ci porterà anche a riscoprire la bellezza della Messa in tutti i suoi momenti e i bambini ci aiuteranno con la loro creatività e con il loro entusiasmo, imparando nuovi canti e animando la celebrazione.

Ma anche i genitori avranno un’occasione bella per incontrarsi con don Lorenzo, don Giuseppe e  le catechiste mezz’ora prima della messa. Saremo felici di ritrovarci uniti nel compito così necessario e urgente di testimoniare il nostro battesimo ai figli che Dio ci ha donato. Ci daremo suggerimenti utili per sostenere il cammino di fede dei più piccoli che avrà come protagonisti insostituibili proprio i genitori.

Le parole di Qoelet tornano alla mente: “C’è un tempo per ogni cosa sotto il cielo”. C’è un tempo per la cura e c’è la cura del tempo. Che tempo buono e meraviglioso quello che ci regaliamo gli uni gli altri la domenica!

Barbara Giussani

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