“Accludo cento euro per chi ha bisogno e cinquanta per la chiesa. Desidero farvi i miei complimenti per la vostra efficienza, siete veramente ammirabili”.
La carissima Parrocchiana che scrive, i complimenti li fa anche a se stessa! Perché quanto si fa in Comunità è sempre espressione di tutti e di ciascuno, soprattutto di chi, come in questo caso, desidererebbe essere attivo in prima persona, ma non potendolo fare, sostiene economicamente le varie iniziative.
Da diverso tempo prende sempre più forma dentro di me una riflessione approfondita del concetto di responsabilità e non vi nascondo che è una lente che mi pare particolarmente appropriata per rendersi conto della consistenza di una persona. È un concetto di grande rilevanza filosofica e teologica…
Ma tornando a noi: la sensibilità meravigliosa e straordinaria che molti hanno dimostrato anche durante questo Avvento verso “chi ha bisogno” è un dono che il Signore ci sta facendo. Ma contemporaneamente non possiamo perdere il senso di responsabilità nei confronti della nostra “famiglia”… e della nostra “casa”.
Chi sente la responsabilità della restituzione dei debiti? E della sicurezza delle strutture? E degli impianti?
La responsabilità non è una mera questione legale, ma è faccenda squisitamente umana. Ha molto a che fare con la nascita di Gesù!
dL
Novena di Natale
Cosa respira di me un ragazzo in questo periodo? Quale clima di adulti assorbe un adolescente in questi mesi? Cosa ricorderà di noi grandi un bimbo per questo Natale 2020? Voglio dire: oltre la tensione per il rispetto delle regole e l’attenzione a cercare soluzioni praticabili per vivere serenamente, cosa vedono i più giovani in noi adulti? Donne e uomini che sentono lo Spirito? Gente afferrata dalla lotta per il bene? Persone piene di altruismo e carità?
Sono domande che mi faccio spesso mentre cerco di preparare una videochiamata o un collegamento da remoto per il catechismo. Ecco cosa scrive ai bimbi l’arcivescovo:
Bisogna riconoscerlo: voi bambini, talvolta, avete paura.
Forse avete anche ragione di aver paura. Tra tutte le cose che capitano, alcune sono tranquille, stanno al loro posto: miliardi di persone per bene, miliardi di gesti di bontà, miliardi di parole geniali e di bellezze stupefacenti. Ma alcune tra le cose che succedono sgomitano per farsi avanti, per diventare notizie: sono le cose strane, i fatti dolorosi, gli eventi disastrosi. Le disgrazie non stanno tranquille: si agitano, gridano, vogliono richiamare l’attenzione. Pertanto, se un bambino sente le notizie del giorno e ascolta i discorsi degli adulti ha buone ragioni per avere paura: parlano solo di quello che spaventa. Molti adulti, poi, si impegnano per far crescere la paura nei bambini: seminano allarmi, mettono in guardia da ogni pericolo, raccomandano di evitare questo e quello perché può essere pericoloso. Quindi voi bambini finite per convincervi che vivere sia pericoloso. Ma io vi voglio raccontare la storia dei ragazzi di Betlemme e delle loro sette paure. Quella notte..
Dopo la scuola alle 16.40 da mercoledì 16 a martedì 22 nella chiesa di Santa Maria Beltrade, ascoltiamo i racconti di don Mario sulla quella “notte per vincere le paure”. È la novena che ci insegnerà come le mani tese in preghiera verso il bimbo “povero” possono guarire tutte le nostre paure.
“Porgi l’orecchio al povero”(Siracide 4,8)
Ancora una volta il Siracide ci dà un consiglio, che è quasi più una sfida. “Porgi l’orecchio al povero”. A parole è facile, anzi ovvio: per poter aiutare qualcuno devo sapere di cosa ha bisogno e quindi devo ascoltarlo. Ma siamo sicuri che questo sia davvero il nostro atteggiamento?
Se ci pensiamo bene, quando incontriamo dei poveri che chiedono l’elemosina per strada o persino quando i nostri amici o parenti ci chiedono aiuto, spesso cerchiamo di capire il prima possibile il problema e ci accontentiamo della soluzione più comoda: ti do qualche moneta, ti do retta un attimo e sono a posto, mi lasci in pace, no?
“Porgi l’orecchio al povero”, mettiti in ascolto, crea un legame, mettici qualcosa di te. Solo così si può creare una relazione di aiuto, ossia una relazione che nasce per supportare l’altro non solo dando soluzioni immediate, ma creando un percorso di crescita a livello personale, interpersonale e spirituale. Questo richiede di dedicare del tempo e di mettersi in gioco per cercare di capire cosa sente chi si ha di fronte e come ci si sente “nelle sue scarpe”, senza che le nostre convinzioni, necessità, emozioni e pregiudizi prendano il sopravvento. Non di meno è necessario avere fiducia nell’altro, soprattutto per evitare la tentazione di sostituirci totalmente a lui nella soluzione delle difficoltà.
Questa è l’attività fondamentale che veniva fatta al Centro di Ascolto in Santa Maria Beltrade e alla San Vincenzo in San Gabriele. Si parla al passato perché naturalmente l’emergenza attuale non permette di incontrarsi e di iniziare una vera relazione di aiuto, ma si può solo cercare di tamponare la situazione con la distribuzione di alimenti e beni di prima necessità. Tuttavia, nei “momenti di tregua” dei mesi scorsi è stato possibile incontrare alcune delle famiglie. Una volta fatta questa esperienza, è stato sorprendente rendersi conto di come alcuni nomi nella lista di distribuzione pacchi avevano acquistato volti e storie, mentre molti altri rimanevano solo numeri.
Ecco cosa vuol dire. “Porgi l’orecchio al povero”: ricordati che, con tutte le sue diversità, è un essere umano come te.
Chiara C.
Quinta settimana: ATTESA “Tendi la tu mano a DIO che nasce povero”
Arrivano i “giorni della NOVENA” di Natale con l’invito a tendere la mano a Gesù Bambino nella quotidianità della propria casa in questo tempo dove non ci si può fare gli auguri con baci e abbracci possiamo trovare altri modi “farci gli auguri benedicendoci reciprocamente”
Ebbene, il fine di ogni nostra azione non può essere altro che l’amore. È questo lo scopo verso cui siamo incamminati e nulla ci deve distogliere da esso. Questo amore é condivisione, dedizione e servizio, ma comincia dalla scoperta di essere noi per primi amati e risvegliati all’amore. Questo fine appare nel momento in cui il bambino si incontra con il sorriso della mamma e si sente amato per il fatto stesso di esistere. (Francesco).
Partecipiamo alla NOVENA!
AMICI GIOVANI TANTO AMATI
Amici giovani tanto amati,
siete la nostra primavera in questo inverno di pioggia uggiosa. Benedetto è il vostro cuore. Accogliete queste umili parole come un dono di dialogo e fiducia. Nascono dall’affetto e invitano a riflessione. Tra le gioie di una comunità di cristiani la più profonda è la vostra presenza. Se sapeste quanto siete attesi! E quanto siamo contenti di vedervi partecipare alla vita comunitaria. Abbiamo da regalarvi ciò che di più prezioso abita i nostri cuori: Gesù, il Verbo incarnato e risorto. L’amico che dipinge l’Invisibile, il Maestro che raccoglie chi cade e ne fa il centro del suo annuncio. Il Signore a noi così caro da desiderarlo più dei nostri beni. L’amore fatto volto, sorprendentemente giovane.
Gesù dice: “Da questo riconosceranno che siete miei discepoli, dall’amore che avrete gli uni verso gli altri”.
L’amore è fatti e non solo parole: questo ci racconta il vostro sguardo.
Gesù dice: “Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dàllo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi”.
L’amore è coerenza e non solo facciata: questo ci fa capire qualche vostra assenza.
Gesù dice: “Verrà lo Spirito Paraclito, colui che il Padre manderà, Lui vi spiegherà ogni cosa e vi rivelerà le cose future”.
L’amore è freschezza e non solo buone abitudini: questo ci sussurra il vostro canto.
Gesù dice: “Non temere piccolo gregge, a voi è affidato il mistero del Regno dei cieli”.
L’amore è concretezza e non solo spiritualità: questo ci consegna la vostra paura.
Gesù dice: “Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna”.
L’amore è luce nelle tenebre e non solo il cielo sereno: questo ci suggerisce la vostra fragilità.
Gesù dice: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi“.
L’amore è vittoria sull’ipocrisia e non solo compromessi: questo ci grida la vostra grinta.
Ma abbiamo tanto da imparare gli uni dagli altri! Come condividere l’amore di Gesù? Facendoci compagni di viaggio, aspettandoci l’un l’altro. Possa lo Spirito Santo, che abbiamo ricevuto nei giorni del catechismo, farci ardere il cuore. Si tratta del potere di scacciare i demoni, di guarire i malati, di raccontare la buona novella. Si tratta della gioia di cantare uniti. Si tratta della sfida per costruire ora, quando in molti hanno davvero paura, la fraternità. Come ci ha detto Gesù. Senza troppi “dipende”. Ma mettendoci il cuore. Tocca a noi, insieme.
don Giuseppe
Rimanete in me… e “grazie”!
Ultimo venerdì con il momento di ascolto contemplativo della Parola di Dio alle 18.45 a SMB.
Al termine: piccolo gesto di gratitudine per tutti i “collaboratori” delle Parrocchie. Chi si sente invitato… è invitato!!!
Messe di Natale
S. Maria Beltrade | San Gabriele | |
Gio 24 | 16.00 solo ragazzi!
17.30 solo ragazzi! 19.00 Messa “della notte” |
17.30 Messa “della notte”
20.30 Messa “della notte” |
Ven 25 | 8.30 Messa “del giorno”
10.30 Messa “del giorno” |
10.00 Messa “del giorno”
18.15 Messa “del giorno” |
Sab 26 | 9.00 Santo Stefano
18.15 Prefestiva |
9.00 Santo Stefano
18.15 Prefestiva |