Una preghiera speciale SABATO 27 e DOMENICA 28
Cosa vogliamo dire quando diciamo che “preghiamo per i nostri morti”?
Non ho mai pensato e non crederò mai che le nostre preghiere possano servire per convincere il Buon Dio di essere buono, perché lui, appunto, è la bontà in persona e piuttosto siamo noi ad imparare la bontà da lui.
Allora proviamo a capire chi sono i “nostri” morti. Chi è il soggetto che sta pregando? Chi siamo “noi” che diciamo o ascoltiamo questa frase e la facciamo diventare preghiera?
Io spero vivamente nel mio cuore che non ci sia più nessuno che pensi di poter pregare solo per i “suoi” morti, come se ogni famiglia avesse il dovere di fare tantissime preghiere per i suoi parenti defunti, di mettere tantissimi fiori sulle tombe dei suoi cari e… chi ne mette di più vince!
Spero ancor più vivamente che tutti sappiano bene che quando si dice “preghiamo” il soggetto che prega è tutta la Chiesa. E che non può esistere preghiera fuori da questa Comunione, che chiamiamo anche “Comunione dei Santi” cioè di tutti i credenti vivi e defunti!
Allora in tutte le Messe di sabato 27 e domenica 28 pregheremo per tutti i nostri defunti, ricordando e nominando in particolare quelli che sono morti durante il periodo del lockdown per i quali non abbiamo potuto pregare comunitariamente celebrando il funerale. Poi, se lo vorranno, i parenti potranno far ricordare i loro cari in una Messa di orario con le solite modalità.
Se qualcuno ha qualche nome da segnalare (anche di qualche vicino di casa!) di persone morte in quel periodo, ce lo segnali al più presto.
Che bello sapere che facciamo parte di una grande famiglia! Che bello immaginare che il paradiso sia la pienezza di quella Comunione che su questa terra, tra tante divisioni e piccolezze, cerchiamo comunque di realizzare!
don Lorenzo
PRIMO PASSO
Stiamo uscendo da un tempo durissimo.
Come si ricomincia dopo la prova? Quali passi fare insieme nel nuovo tempo che ci è dato con le sue incertezze e le sue sfide? In questi giorni le parole del Deuteronomio sono illuminanti. Le leggo come un messaggio di Dio per la nostra comunità. Israele ha camminato per quarant’anni nel deserto, ora è davanti alla terra promessa. Dio invita al primo passo. Incomincia così: “guardati dal dimenticare”.
Non è solo una esortazione a ricordare! Molto di più: fai di tutto per non dimenticarti i giorni della prova! Metti davanti a te il tempo in cui sei stato male! Sì, Dio dice così al suo popolo: so di averti fatto fare fatica, anzi di averti messo alla prova. E lo dice guardando negli occhi quegli uomini e quelle donne che si sono sentiti umiliati. Per tre ragioni l’ho fatto.
Prima: per saper quello che avevi nel cuore.
Seconda: per farti capire che non di solo pane vive l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Terza: perché tu vedessi con i tuoi occhi che l’acqua può uscire dalla roccia durissima e il pane cadere dal cielo come manna.
Un capolavoro di Dio. Il primo passo non è fare qualcosa ma è riflettere e meditare senza fretta, quasi accarezzando il dolore che ancora sgorga dalle ferite dei mesi passati. Ma non per piangerci addosso o farne un lamento collettivo.. ma per guardare Dio dritto negli occhi e
- sapere quello che abbiamo nel cuore, come è fatto il nostro animo, quale forza ci attraversa e quali debolezze ci disperdono. Certo Dio lo conosce già; siamo noi ad ignorarlo: quanto bene ci fa diventare consapevoli della nostra ricchezza interiore. È la nostra prima risorsa.
- capire che non basta il nutrimento fisico e corporale: l’uomo vive della Parola. Ci siamo mossi veloci verso le sorelle e i fratelli che chiedevano cibo: ma il vero nutrimento che ci rende umani è il sorriso, quando lo Spirito soffia sulle parole e le rende buone come nella creazione.
- vedere miracoli di comunione e misericordia: le lacrime del perdono possono sgorgare anche dai cuori più induriti e il vero abbraccio di comunione può rendere uniti anche se soffocati dalle norme di distanziamento sociale.
Il primo passo non è andare avanti.. ma andare dentro nel proprio cuore e guardare Dio dritto negli occhi:
venerdì 19 per tutto il giorno del Cuore di Gesù è possibile nelle nostre due chiese vivere il sacramento della Riconciliazione. Noi sacerdoti ci rendiamo disponibili per le 10 ore della giornata a donare il perdono di Dio a grandi e piccoli. Che bel primo passo fatto insieme! Finalmente liberi dal peccato respiriamo lo Spirito che è un nuovo inizio.
don Giuseppe
-> Scarica Ali_080_14-06-2020.pdf