“Ali”

Atto di affidamento

Quest’anno anche il mese di maggio è molto speciale. E potrebbe voler dire che riusciremo a pregare insieme molto meglio e molto di più degli anni scorsi! Il rosario è una preghiera semplicissima che ci può davvero unire con fiducia (fede!) in famiglia, ma anche tra famiglie, in Comunità, cioè in Chiesa! Alle 18.30 ci sincronizziamo e sintonizziamo tutti per questa preghiera sul nostro canale Youtube (iscrivetevi!). Ogni giorno al termine del rosario reciteremo anche la preghiera che i nostri Vescovi hanno proposto il primo maggio per affidare tutta Italia alla cura materna di Maria.

Noi ti rendiamo grazie, Padre Santo,
per il mistero nascosto nei secoli e rivelato nella pienezza dei tempi
perché il mondo intero tornasse a vivere e a sperare in luce di verità.
Ti lodiamo e ti benediciamo per il tuo Figlio, Gesù Cristo,
fatto uomo per opera dello Spirito Santo,
nato dalla Vergine Maria.
A Lei, Madre di Cristo e della Chiesa,
innalziamo ora la nostra preghiera
in questo tempo velato dalle ombre della malattia e della morte.
Madre santa, ti supplichiamo:
accogli la preghiera delle donne e degli uomini
del nostro Paese che si affidano a te.
Liberaci dal male che ci assedia.
Sostieni le famiglie smarrite, soprattutto le più povere,
stringi al tuo seno i bambini, prendi per mano i giovani,
rendi sapienti i genitori, da’ vigore agli anziani,
salute agli ammalati, pace eterna a chi muore.
Indica ai governanti la via per decisioni sagge
e appropriate alla gravità di quest’ora.
Dona forza ai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari,
a chi si occupa dell’ordine pubblico e della sicurezza,
siano generosi, sensibili e perseveranti.
Illumina i ricercatori scientifici,
rendi acute le loro menti ed efficaci le loro ricerche.
O Maria, insieme a Giuseppe,
custodisci il lavoro di tutti, perché a nessuno
manchi il sostentamento quotidiano;
rendi ciascuno artigiano di giustizia,
di solidarietà e di pace, esperto di umanità,
presenza di condivisione soprattutto con chi soffre,
donaci il gusto dell’essenziale, del bello e del bene,
e i gesti di tutti profumino di carità
e di solidarietà fraterna.
Santa Maria, non c’è lacrima che tu non asciughi,
non c’è speranza che in te non fiorisca,
non c’è festa a cui tu non sorrida.
Con te vogliamo essere figli obbedienti del Padre.
Come te desideriamo accogliere in noi il Figlio,
Parola e Pane di vita nuova.
Uniti a te, come gli apostoli nel cenacolo il giorno di Pentecoste,
sospinti dal soffio dello Spirito Santo,
vogliamo essere testimoni del Vangelo della gioia e della speranza,
fino al giorno in cui ci introdurrai, con tutti i santi,
al banchetto eterno del Regno. Amen.

È LA MADRE!

La Chiesa ricorda i dolori di Maria, l’Addolorata. Da secoli viene tramandata questa venerazione del popolo di Dio. Si sono scritti inni in onore dell’Addolorata: stava ai piedi della croce e la contemplano lì, sofferente. La pietà cristiana ha raccolto i dolori della Madonna e parla dei “sette dolori”. Il primo, appena 40 giorni dopo la nascita di Gesù, la profezia di Simeone che parla di una spada che le trafiggerà il cuore. Il secondo dolore, pensa alla fuga in Egitto per salvare la vita del Figlio. Il terzo dolore, quei tre giorni di angoscia quando il ragazzo è rimasto nel tempio. Il quarto dolore, quando la Madonna si incontra con Gesù sulla via al Calvario. Il quinto dolore della Madonna è la morte di Gesù, vedere il Figlio lì, crocifisso, nudo, che muore. Il sesto dolore, la discesa di Gesù dalla croce, morto, e lo prende tra le sue mani come lo aveva preso nelle sue mani più di 30 anni prima a Betlemme. Il settimo dolore è la sepoltura di Gesù. E così, la pietà cristiana percorre questa strada della Madonna che accompagna Gesù. A me fa bene, in tarda serata, quando prego l’Angelus, pregare questi sette dolori come un ricordo della Madre della Chiesa, come la Madre della Chiesa con tanto dolore ha partorito tutti noi.

La Madonna mai ha chiesto qualcosa per sé, mai. Sì, per gli altri: pensiamo a Cana, quando va a parlare con Gesù. Mai ha detto: “Io sono la madre, guardatemi: sarò la regina madre”. Mai lo ha detto. Non chiese qualcosa di importante per lei nel collegio apostolico. Soltanto, accetta di essere Madre. Accompagnò Gesù come discepola, perché il Vangelo fa vedere che seguiva Gesù: con le amiche, pie donne, seguiva Gesù, ascoltava Gesù. Una volta qualcuno l’ha riconosciuta: “Ah, ecco la madre”, “Tua madre è qui”… Seguiva Gesù. Fino al Calvario. E lì, in piedi … la gente sicuramente diceva: “Ma, povera donna, come soffrirà”, e i cattivi sicuramente dicevano: “Ma, anche lei ha colpa, perché se lo avesse educato bene questo non sarebbe finito così”. Era lì, con il Figlio, con l’umiliazione del Figlio.

Onorare la Madonna e dire: “Questa è mia Madre”, perché lei è Madre. La Madonna non ha voluto togliere a Gesù alcun titolo; ha ricevuto il dono di essere Madre di Lui e il dovere di accompagnare noi come Madre, di essere nostra Madre. Non ha chiesto per sé di essere una quasi-redentrice o una co-redentrice: no. Il Redentore è uno solo e questo titolo non si raddoppia. Soltanto discepola e Madre. E così, come Madre noi dobbiamo pensarla, dobbiamo cercarla, dobbiamo pregarla. È la Madre. Nella Chiesa Madre. Nella maternità della Madonna vediamo la maternità della Chiesa che riceve tutti, buoni e cattivi: tutti.

Papa Francesco

-> Scarica Ali_074_03-05-2020.pdf