Premetto con tutta sincerità che credo davvero che chi ci governa abbia fatto e stia facendo di tutto per il bene dei cittadini. Credo nell’intenzione e sono certo del grande impegno e sacrificio di tutti coloro che si sono trovati ad avere responsabilità enormi in queste circostanze inedite.
Quando, però, sento pronunciare l’espressione “pieni poteri” mi si muovono dentro riflessioni di vario genere. Oltre alle considerazioni sulla non estirpabile tentazione di totalitarismi… ne condivido un paio che hanno un fondo di sottile ironia (che è quella che ci permette di avere una visione della vita più grande).
La prima è che anche con “pieni poteri” non si possono ingiungere cose che sono contraddittorie nella realtà. Per esempio non si può ordinare a lungo che nessuno lavori e che tutti mangino! (sappiamo tutti che i soldi “fabbricati a tavolino” in realtà si chiamano “debiti”).
La seconda è che si possono avere i più nobili sentimenti e si possono profondere i più eroici sforzi per tutelare la salute, che si possono (e si devono) impiegare tutte le risorse e le migliori energie per sconfiggere un virus, ma nessuno mai avrà il potere di sconfiggere la morte!
Perché la morte è già stata sconfitta! E – pensate bene! – da un uomo!!!
Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
dL
Scampati!
“L’acqua che ha travolto gli Egiziani fu per noi la salvezza!” (questo di solito lo cantiamo nella domenica della Samaritana).
Ho parlato proprio oggi con un papà che è stato ricoverato per Coronavirus e la prima cosa che mi ha detto è stata: “ho portato a casa la pelle!”: uno non se lo dimentica più!
Quando entriamo in questo argomento con i gruppi dei genitori che fanno battezzare i loro bambini, c’è sempre un po’ di sgomento: perché parlare di morte per dei bambini appena nati?!
Questa Pasqua potrebbe segnare la nostra vita di fede in maniera indelebile. I cristiani non sono più buoni degli altri, non sono più intelligenti né più belli. E nemmeno raccomandati o superprotetti!
Sono “solo” consapevoli di essere fortunati!
Il popolo di Israele ha una certezza: il Signore ci ha salvati dalla mano degli Egiziani. E tutti gli anni lo ricorda: celebra la Pasqua, il passaggio del Mar Rosso. Il popolo dei cristiani ha una certezza: il Signore ci ha salvati dalla morte! E tutti gli anni lo ricorda: celebra la Pasqua, il passaggio alla vita di coloro che sono risorti insieme a Gesù, il Risorto. Siamo un popolo di scampati!
Un po’ come se fossimo usciti tutti insieme dalla terapia intensiva… ve l’immaginate?!
Ecco, abbiamo tra le mani il dono più grande che si possa mai immaginare, ce ne rendiamo conto?! Quanto sarebbe bello che tutti insieme potessimo fare della nostra vita un grido di annuncio e di speranza per tutto il mondo! Che bello lasciare alle spalle tutto ciò che “ci travolge”, ci dà morte, e correre con determinazione nella via della Vita che abbiamo ricevuto!
don Lorenzo
TERAPIA INTENSIVA
“L’hanno portato in terapia intensiva” è la frase che ci gela il sangue in queste settimane. Nel giro di pochi giorni la febbre e il malessere influenzale lasciano il passo alla corsa di un virus che ti porta al confine tra la vita e la morte. Tutto è così rapido. In quel luogo dove avviene una vera e propria lotta, i medici e gli infermieri svolgono una cura sul malato, un trattamento potente che viene chiamato così: TERAPIA INTENSIVA.
Questa espressione mi risuona nel cuore: per me la Pasqua di quest’anno ha il sapore di una terapia intensiva. È Dio che la sceglie per prendersi cura di noi. Lo Spirito di Dio nella vicenda di Gesù, che in 24 ore subisce tutta la malvagità umana, riserva per il mondo un trattamento “intensissimo”. Tutta l’umanità viene guarita per questa terapia profonda e smisurata fatta di amore “fino alla fine”. Proprio perché Dio non si risparmia, la cura è efficace e totale. Una scossa di amore infinito.
Il virus ruba il respiro. Non ci sono traumi: è che il fiato viene a mancare. Tanto che ci domandiamo: “ma come?” La morte non sembra tale: addirittura senza funerale, questa dipartita per l’epidemia pare come un reclutamento. So di osare: ma dove vanno tutti questi amici? Ci deve essere una missione.. ci deve essere un motivo.. ci deve essere un senso.. Il respiro di Gesù sulla croce è dato come una consegna al Padre e il Padre nel suo disegno di amore, lo offre a noi come Spirito Santo, il nostro avvocato Paraclito. Il respiro di questi nostri amici nella terapia intensiva è consegnato al cielo, ora attendiamo che ci venga ridonato risorto.
È la Pasqua del respiro risorto. Siamo tutti chiusi nelle case in attesa del “passaggio” dell’Angelo della Vita. Non abbiamo paura. Ora, no. L’abbiamo attraversata per parecchi giorni. Abbiamo pianto con dolore. Ci siamo stretti nella lotta al nemico invisibile. Ora alziamo il capo per guardare dritto negli occhi il cielo. Sappiamo che c’è un “invisibile” che ci è amico. Questo stiamo attendendo, come un’alba nuova, profumata e intensa.
don Giuseppe
Buona Pasqua
un augurio pasquale, che sembra stonato, perché viviamo tempi di dolore e di prova.
Ma prendo coraggio dalle parole del nostro Arcivescovo nella lettera per questa Pasqua: La potenza della risurrezione, per augurarvi ugualmente Buona Pasqua nella gioia di Gesù risorto.
L’Arcivescovo scrive che questa pasqua “vissuta più in casa che in chiesa” è molto più vicina alla prima pasqua vissuta dagli Apostoli che non alle tante nostre pasque, “solenni, festose, gloriose”.
È vero “la Pasqua di quest’anno è segnata dal drammatico impatto dell’epidemia”, che ha portato alla ribalta “tante forme di testimonianza di fede, di speranza, di generosità”, insieme a tante “forme di angoscia, di paura, di smarrimento”.
“La nostra Pasqua quest’anno rivive quella sera: «La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: “Pace a voi!”» (Gv 20,19). Incomincia così una storia nuova. Perciò posso invitarvi ancora a orientare il nostro cammino di Chiesa, con quanto ho scritto: «Siate sempre lieti nel Signore!» (Fil 4,4)”.
Non ci sono altri tentativi; bisogna semplicemente tenere duro e sopportare.
Ciò può sembrare a prima vista molto difficile, ma è importante e necessario resistere, se vogliamo uscirne al più presto. Ce lo ripetono continuamente alla televisione…
Per molti è una Pasqua segnata da lutti e lacrime e da un grande vuoto nel cuore.
È sbagliato pensare, che Dio riempirà questo vuoto. Dio più che riempire questo vuoto ci invita a tenere aperto uno spazio per conservare la nostra amicizia e la comunione tra di noi; uno spazio dove custodire nel cuore, come un dono prezioso, i valori passati, sforzandoci di capirne il significato spesso dato per scontato.
Ci vorranno sicuramente tempi lunghi per rielaborare quanto questa emergenza ha prodotto dentro di noi; pensavamo fosse solo a un’onda, che sarebbe passata in fretta, invece è uno “tsunami”, che ci tiene ancora tutti prigionieri.
Permettetemi allora questa breve storia, che ho letto in un libriccino di piccole storie per l’anima:
«L’angelo del Signore ha le ali coperte di occhi.
Quando una persona si ammala, l’angelo le si fa più vicino e quando guarisce, gli lascia un paio di occhi nuovi.
Per questo, dopo una malattia o un momento di prova e di dolore, tanto più se lunghi e faticosi, noi vediamo con occhi diversi».
Vi auguro di ricevere dall’angelo della risurrezione non solo il lieto annuncio della Pasqua, ma anche “occhi nuovi” capaci di un rinnovato amore, nella solidarietà, nella stima e nel rispetto reciproci.
Con affetto, buona Pasqua
don Piero
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