“Ali”

Con-patisci!

Vedi come lo amava

Da quando è sbocciata la primavera un freddo più pungente l’ha attaccata! Guardando gli alberi ci aspettiamo che la forza della vita ci sorprenda nuovamente.

Da quando è annunciata la Quaresima un rigore mai immaginato ce la fa percorrere! Avvicinandosi la Settimana autentica ci aspettiamo che la Vita vinca la morte definitivamente.

In questi giorni di prova e sofferenza ci sono immagini e numeri di morte.. che pesano sul cuore: ma sta avanzando l’amore. Non ve ne accorgete? Dentro le case di riposo devastate, nelle corsie degli ospedali, tra le mura di casa inarrestabile sboccia il dono più prezioso: l’amore vero.

Lo si riconosce dai frutti: il dono totale anche a proprio rischio e il coraggio di lottare con i più fragili per andare avanti.

L’amore vero nella vita di Gesù è quel pianto profondo e abbandonato per la morte del suo amico Lazzaro. “Vedi come lo amava”.

Le lacrime di Gesù sciolgono il cuore della tenebra che tiene in prigione la vita. Le lacrime di Gesù curano l’oscura malattia che porta via la luce dell’abbraccio amico. Le lacrime di Gesù toccano la volontà del Padre che ferma la morte e apre l’abisso della speranza. È così anche ora. Qui.

dG

CON-PATISCI!

La “carità intelligente” nasce da una analisi attenta della situazione e dei veri bisogni. La situazione complessa, resa tale soprattutto dai grandi fenomeni migratori e da crisi economiche: con l’arrivo di tanti i problemi si sono moltiplicati tantissimo, ma vanno affrontati e analizzati. È complessa anche perché si sta affermando un mondo nuovo, il mondo è diventato un piccolo Villaggio.

Il cristiano non può starsene dietro le quinte. La comunità cristiana deve essere convinta che la formazione educativa all’impegno sociale e politico fa parte dei suoi doveri primari, come proprio contributo, non unico, alla promozione del bene comune della “comunità degli uomini” in cui si trova a vivere, in attuazione del comando evangelico della carità.

Le difficili condizioni della convivenza civile e della politica, rendono sempre più urgente un nostro intervento per orientare la coscienza dei credenti verso una concezione della politica che a partire dal messaggio evangelico consenta di vivere adeguatamente i valori etici.

Occorre avere il coraggio di investire tempo, persone e mezzi, ancor più di quanto non si faccia ora, nella formazione delle coscienze cristiane adulte, per mettere la comunità sempre più in grado di assumere stili di corresponsabilità, di discernimento, di

verifica, di programmazione intelligente”.

    Carlo Maria Card. Martini

FARSI PROSSIMO

Carissimi fratelli e sorelle nel Signore, anche la lettera pastorale di quest’anno inizia con una preghiera. Altri punti di partenza mi erano venuti in mente. Dovendo affrontare il tema della carità, sarei potuto partire dai tanti casi di sofferenza che incontro nel mio ministero pastorale. Le carceri, i letti dei malati, le famiglie provate economicamente, gli operai senza lavoro, i casi di solitudine e di emarginazione, le situazioni di ingiustizia e mille altri fatti ogni giorno danno una stretta al cuore e fanno venir voglia di gridare:

Svegliamoci! Non si può continuare così! Dobbiamo rinnovare radicalmente la nostra vita pastorale per aprirci agli immensi bisogni dei fratelli”.

Ho preferito, tuttavia, partire ancora con una preghiera, non solo per riconoscere, fin dall’inizio, che la carità è un dono che dobbiamo implorare con umile fiducia, ma anche per insinuare che il fatto indiscutibile, che deve sferzare più fortemente la nostra inerzia, è l’immensità dell’amore di Dio.

Il mio grido diventa: “Svegliamoci all’amore di Cristo! E’ mai possibile che, dopo essere stati tanto amati, noi siamo ancora così indisponibili al contraccambio e così insensibili all’esigenza di imitare e testimoniare l’amore che ci è stato donato?”.

Né dobbiamo temere che lo spostamento di attenzione verso l’amore di Dio renda meno urgente l’appello che ci viene dai bisogni dell’uomo. Il fatto di sperimentare quanto è amata da Dio l’umanità concreta, che ci portiamo dentro la nostra persona, ci offre motivi perentori, esempi stimolanti, energie inesauribili nell’ascoltare, accogliere, aiutare 1’umanità che è presente in ogni altra persona.

Nel cap. l0 del vangelo di San Luca, Gesù, dopo aver presentato la profonda unità che c’è tra 1’amore di Dio e l’amore del prossimo, racconta la parabola del buon samaritano, per indicare l’ampiezza illimitata e incondizionata dell’impegno con cui dobbiamo farci prossimo di ogni uomo.

Stimolato da tanti esempi di carità e da problemi così gravi della nostra società, ho cercato anch’io di mettermi sulla strada di Gerico fin dall’inizio del mio ministero pastorale. Ho cercato di dedicare tempo, attenzione pastorale e solidarietà ai malati, ai carcerati, agli handicappati, agli emarginati di ogni genere. Ho spinto le comunità cristiane a verificarsi costantemente sul comando nuovo dell’amore datoci da Gesù.

Molto, però, resta ancora da fare.


Vieni, Spirito del Padre e di Gesù,
guidaci verso tutta la verità,
aiutaci a dimorare nell’amore di Gesù,
a ricordare e a compiere
tutto quello che Gesù ci ha insegnato.
Signore, accresci in noi la fede,
come radice di ogni vero amore per l’uomo.
Come possiamo testimoniare il tuo amore?
Tu un giorno ci hai raccontato di un uomo,
che scendeva da Gerusalemme a Gerico
e fu assalito dai briganti.
Signore, quell’uomo ci chiama.
Aiutaci a non restare tra le mura del cenacolo.
Gerusalemme è la città della Cena,
della Pasqua, della Pentecoste.
Per questo ci spinge fuori
per diventare il prossimo di ogni uomo
sulla strada di Gerico.

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