Adorazione della croce – Venerdì 20 marzo 2020
Non permettere, ti preghiamo, di cadere in una situazione in cui siamo portati a condannare ingiustamente altri.
Fa’ che conserviamo verso tutti il rispetto dovuto.
Signore Gesù, perché non ti sei difeso? Tu permetti che la malvagità umana abbia il suo corso e si manifesti la volontà degli uomini di eliminarti dal mondo e dalla storia.
Noi non riusciamo a capire del tutto questo atteggiamento: ma vogliamo imparare a tacere in quelle situazioni in cui veniamo talvolta a trovarci, dove una autodifesa rappresenterebbe un atteggiamento di orgoglio.
Gesù, noi facciamo nostre le parole del sommo sacerdote per dirti che tu sei veramente il Cristo, il Figlio del Benedetto, seduto alla destra della Potenza, e attendiamo il tuo ritorno nella gloria.
ATTIRERO’ TUTTI A ME
Carlo Maria Martini
Talvolta ci limitiamo a collegare l’Eucaristia con la Pasqua in maniera generica e ci accontentiamo di spiegare l’efficacia della Pasqua affermando che essa ha una potenza salvifica infinita, perché è un gesto di Dio stesso. Ma non dobbiamo dimenticare che questo gesto di Dio si compie in Gesù di Nazaret. Ha quindi una struttura umana, che deve essere compresa, se poi vogliamo comprendere la sua riattualizzazione nell’Eucaristia.
Nel sacrificio pasquale Gesù vive in modo pieno la sua obbedienza al Padre e la sua partecipazione alla vicenda degli uomini, perché ha lo scontro definitivo, mortale, con il peccato del mondo.
Anziché lasciarsi attrarre dalla spirale dell’odio e della violenza, Gesù vive la vicenda della morte in croce lasciandosi attrarre dall’amore del Padre, con il quale egli, nelle profondità del suo essere, è una cosa sola. Egli obbedisce, ama, perdona, prega, spera, mentre sperimenta fino in fondo, con un dolore mortale, che cosa significa, da un lato, essere pienamente partecipe dell’amore di Dio per l’uomo e, dall’altro, essere solidale con un uomo che è peccatore e separato da Dio.
Nel medesimo tempo, l’amore umano di Gesù è l’attuazione perfetta dell’amore dell’uomo verso Dio. È un amore che non viene meno, anzi si intensifica, si arricchisce di confidenza, di obbedienza, di dedizione, proprio attraverso la sofferenza e la morte.
Dice la Lettera agli Ebrei: “Benché fosse il Figlio di Dio, tuttavia imparò l’obbedienza da quel che dovette patire. Dopo essere stato reso perfetto, egli è diventato causa di salvezza eterna per tutti quelli che gli obbediscono” (5,8-9).
Nella Pasqua, Gesù, da un lato rivela il mistero dell’amore di Dio per l’uomo; dall’altro lato, celebra e attua nel modo umanamente più perfetto l’amore, l’obbedienza, l’affidamento dell’uomo a Dio. L’aspetto singolare, eccezionale, unico del sacrificio pasquale è che la rivelazione e la celebrazione-attuazione sono una sola cosa, così come nell’essere di Gesù, Dio e l’uomo, pur rimanendo distinti, diventano una sola cosa.
La Pasqua di Gesù, proprio perché è quella manifestazione-celebrazione dell’amore di Dio ora descritta, tende a raggiungere ogni uomo, sia per manifestargli l’amore di Dio, per annunciargli che il suo peccato è perdonato, per dargli speranza di vita e di gioia oltre la sofferenza e la morte; sia per attrarre ogni uomo nello stesso movimento di celebrazione del mistero, di adorazione di Dio, di conformazione alla volontà del Padre, che ha animato tutta la vita di Gesù suggellata nella Pasqua.
L’Eucaristia è appunto la modalità istituita da Gesù nell’Ultima Cena per attuare questa intrinseca intenzione salvifica della Pasqua.
PASSIONE DI GESU’ SECONDO MARCO
14 55I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. 56Molti infatti testimoniavano il falso
contro di lui e le loro testimonianze non erano concordi. 57Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui, dicendo: 58«Lo abbiamo udito mentre diceva: “Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d’uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da mani d’uomo”». 59Ma nemmeno così la loro testimonianza era concorde. 60Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». 61Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?». 62Gesù rispose: «Io lo sono!
E vedrete il Figlio dell’uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo».
63Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? 64Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte.
65Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli il volto, a percuoterlo e a dirgli: «Fa’ il profeta!». E i servi lo schiaffeggiavano.
66Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote 67e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù».
68Ma egli negò, dicendo: «Non so e non capisco che cosa dici». Poi uscì fuori verso l’ingresso e un gallo cantò. 69E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è uno di loro». 70Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo». 71Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quest’uomo di cui parlate». 72E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pianto.
15 1E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. 2Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». 3I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. 4Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!». 5Ma
Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase stupito.