Consiglio Pastorale

Chi siamo noi?

Riunione dell’ 08.01.2020 a SGA

Nel Consiglio Pastorale è tempo di domande, come ben sappiamo. E così, anche all’incontro di ieri una domanda è risuonata forte: chi siamo noi?

Che sarebbe come dire: cosa è la nostra comunità? Cosa è la Chiesa? Come ci vede la gente? Chi la gente dice che noi siamo?

Potrebbe sembrare una domanda sterile, ma per sapere cosa fare (ad esempio, adesso bisogna pensare alla Quaresima, alle iniziative da ipotizzare e da organizzare), è necessario sapere chi siamo, se cioè ci maceriamo nella nostalgia del “tempo che fu”, rimpiangendo gli anni in cui le comunità cristiane godevano di un solido prestigio sociale e la nostra identità poteva essere ostentata, perché offriva il caldo rifugio di un’appartenenza riconosciuta; oppure se siamo elettrizzati da uno scenario del tutto nuovo, in cui finalmente la nostra comunità può mimetizzarsi fra altre mille, fino a confondersi, fino a sparire e farsi lievito invisibile, libera da ogni vanagloriosa pretesa di superiorità. Il dibattito sulla nostra comunità ripropone, in realtà, una discussione che riguarda la Chiesa intera.

Ma, per fortuna, noi non siamo quello che pensiamo di essere, non siamo ciò che percepiamo di noi stessi. Siamo molto di più. Ce lo dice un’altra domanda formulata tanto tempo fa a Cesarèa di Filippo, una domanda identica a quella che è stata protagonista dell’incontro di ieri: “La gente chi dice che io sia? … Ma voi, chi dite che io sia”. Questa è la madre di tutte le domande, quella che attraversa i secoli e interroga tutti gli esseri umani di ogni tempo, mantenendo intatta la sua imprescindibilità.

Ma allora, se le domande sono uguali, identica sarà anche la risposta: “Tu sei il Cristo”. E quindi possiamo finalmente scoprire chi siamo, possiamo smetterla di dibatterci tra ridicole nostalgie e ingenui ottimismi. Sappiamo con certezza chi siamo. Siamo il Corpo mistico di Cristo nella storia, che cresce durante i secoli e che continua anche oggi. Siamo presenza di Cristo e dobbiamo ricordare che questo Corpo cresce dall’interno verso l’esterno, non viceversa. E allora dobbiamo concentrarci sulla nostra fede, speranza e carità, guardando all’esterno con interesse ma senza alcuna paura.

E forse, quindi, la voce che grida alle vergini prudenti e stolte:“ecco lo sposo! Andategli incontro!” potrebbe essere proprio la voce della nostra comunità. Anzi, per meglio dire, noi potremmo essere addirittura lo Sposo!