“Vi annuncio una grande gioia!”
“Andiamo fino a Betlemme!”
Gli angeli chiamano, i pastori rispondono… tutto si mette in moto, incredibilmente, nella notte…
E così i pastori (una categoria considerata indegna) sono i primi nella storia di tutto l’universo a vedere Dio fatto uomo!!!
Una mamma o un papà, quando svegliano il loro bambino per andare a scuola presto alla mattina, hanno addosso un misto di tenerezza, delicatezza e fermezza nel dire: “forza che è ora… che è già tardi… hai lavato i denti?! Dai che è ora di uscire!”
Da lunedì vi assicuro che capiterà un piccolo-grande miracolo: appena toccherete i vostri bimbi per svegliarli… subito si alzeranno con gioia, con la voglia di fare una cosa molto speciale! Sanno che c’è un grande annuncio di gioia a cui rispondere… penseranno che voi siete gli angeli che li chiamano per andare incontro a Gesù!!!
I nostri piccoli saranno i primi a incontrare Gesù prima di andare a scuola nei cinque giorni della “novena”: occasione specialissima per prepararsi al Natale arrivando in chiesa puntualissimi entro le 7.44! I ragazzi del gruppo Medie 7,24! Poi, dopo 10 minuti con Gesù, una colazione sportiva in oratorio e… via che si va a scuola trasformati da un incontro pieno di luce e di gioia!
dL e dG
Umanamente
All’Arca viviamo tutti insieme, in case piccole, inserite nei quartieri; è una vita molto umana e molto semplice. Non facciamo nulla di grande, ma impariamo a vivere umanamente. Non siamo persone che corrono a destra e a sinistra, in questo mondo di tecnologia e di lavoro; cerchiamo di scoprire che cosa significa vivere come esseri umani. Vivere il pranzo, vivere il perdono, vivere la celebrazione, scoprire che per essere pienamente umani dobbiamo lasciare scendere lo Spirito Santo nella nostra umanità, perché vivere umanamente è amare, accogliere la differenza, lasciare un mondo di competizione per entrare nel corpo e dare voce a chi non ha voce. Fede e Luce e l’Arca sono delle comunità dove si riuniscono occasionalmente, le persone con handicap, con i loro genitori, con i loro amici, sono comunità dove fare quest’incontro nel nome di Gesù.
Io spero che ognuno di voi possa scoprire il segreto del Vangelo che è significato anche in questa piccola storia che uno dei responsabili dell’Arca mi ha raccontato non molto tempo fa. Mi ha detto questo: “Mia madre è stata colpita dal morbo di Alzheimer ed è diventata molto povera e molto piccola. Lei non può neppure lavarsi i denti da sola, non può mangiare da sola. È così piccola e bella nella sua piccolezza. Ma vorrei parlarvi del mio papà. Mio padre era un uomo molto potente, era un uomo d’affari e faceva molti affari, era molto efficace ed efficiente, ma, quando mia madre si è ammalata, si è rifiutato di metterla in ospedale. Ora è lui che si occupa della mamma. Ma quello che è straordinario è che mio padre si è trasformato: è lui che lava i denti alla mamma, è lui che le dà da mangiare. Invece di un uomo potente ed efficace, di un uomo pieno di progetti, lui è diventato un uomo di una tenerezza straordinaria”. È evidente che Dio era presente nel mistero di questa coppia. Il povero ci disturba, ci disturba profondamente, ma il povero ci trasforma e ci rivela il cuore di Cristo. Jean Vanier
Lasciamoci evangelizzare dai poveri
Cari fratelli e sorelle, vi esorto a cercare in ogni povero che incontrate ciò di cui ha veramente bisogno; a non fermarvi alla prima necessità materiale, ma a scoprire la bontà che si nasconde nel loro cuore, facendovi attenti alla loro cultura e ai loro modi di esprimersi, per poter iniziare un vero dialogo fraterno. Mettiamo da parte le divisioni che provengono da visioni ideologiche o politiche, fissiamo lo sguardo sull’essenziale che non ha bisogno di tante parole, ma di uno sguardo di amore e di una mano tesa. Non dimenticate mai che «la peggiore discriminazione di cui soffrono i poveri è la mancanza di attenzione spirituale».
I poveri prima di tutto hanno bisogno di Dio, del suo amore reso visibile da persone sante che vivono accanto a loro, le quali nella semplicità della loro vita esprimono e fanno emergere la forza dell’amore cristiano. Dio si serve di tante strade e di infiniti strumenti per raggiungere il cuore delle persone. Certo, i poveri si avvicinano a noi anche perché stiamo distribuendo loro il cibo, ma ciò di cui hanno veramente bisogno va oltre il piatto caldo o il panino che offriamo. I poveri hanno bisogno delle nostre mani per essere risollevati, dei nostri cuori per sentire di nuovo il calore dell’affetto, della nostra presenza per superare la solitudine. Hanno bisogno di amore, semplicemente. Papa Francesco
Storie vere
(nomi di fantasia per persone reali che vivono tra noi)
A volte non è facile concedere agli altri di aiutarci. È il caso di Lorenzo e Christian. Due uomini senza fissa dimora, forse un po’ troppo frettolosamente etichettati come “lavativi”, l’uno 21 anni, l’altro di oltre 45. Vengono affidati al Centro di Ascolto di SMB dal SAM (Servizio Accoglienza Milanese). A Lorenzo sono stati offerti piccoli lavori, che lui rifiuta sistematicamente. Christian, invece, diffidente di natura, ha perso il lavoro. Grazie a un accordo con il Comune, il Centro di Ascolto riesce a dargli un recapito postale per ottenere i documenti, visto che non risulta registrato nel suo Paese di provenienza. Ma trovare una vera casa non è facile.
Nello stesso periodo i volontari conoscono una signora anziana, dolce e serena, relegata in casa per problemi di salute. Le raccontano di Lorenzo e Christian e lei li accoglie. Dormono da lei per un certo periodo. Poi Lorenzo ottiene la casa popolare e viene raggiunto da un fratello che lavorava in Germania. Christian, invece, trova una casa, che viene rimessa a norma da giovani volontari della parrocchia. I rapporti tra lui e i volontari sono di stima reciproca, ma sempre con molta cautela da parte sua.
I volontari vorrebbero aiutarlo a mettersi in contatto con i suoi parenti, ma lui nega di avere qualcuno. Invece, quando sia ammala di quella che sembra una sciocchezza e che invece si rivela una malattia seria, viene a galla un passato pesante e la sua decisione di far perdere le tracce alla famiglia. Alla sua morte il Centro di Ascolto riesce a rintracciare i suoi fratelli e la sua mamma.
Con questi due uomini i volontari hanno sperimentato ancora una volta l’importanza dell’amicizia senza giudizio, senza prevaricazione: «Abbiamo percorso con loro una parte sia della loro che della nostra vita», dicono.
Tirando le somme
Abbiamo voluto mettere in chiaro per tutti le voci significative delle spese che le nostre Parrocchie sostengono in continuazione. E contemporaneamente mostrare a quanto ammontano le entrate.
Tirando le somme di un anno, approssimativamente si può dire che le offerte che raccogliamo in chiesa coprono circa la metà delle spese.
È vero che alcuni soldi arrivano anche dagli affitti e da qualche altro tipo di entrata, ma è evidente che una situazione così bisogna cercare di cambiarla!
Di solito si inizia con i tagli nelle spese. Dovremo davvero spegnere il riscaldamento in chiesa?
E si cerca anche di aumentare le entrate. Tutti hanno capito che occorre mettere i soldi di carta (non le monetine) nel cestino della domenica?
Non lo so. Però mi pare di poter dire che il senso di responsabilità sta aumentando, che qualcuno ha davvero letto i numeri e ha capito la situazione. Speriamo che tutto vada nella direzione giusta, perché quando in una casa i conti sono in ordine, la famiglia vive serena!
dL
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