Riunione del 10.12.2019 a SMB
Il Consiglio Pastorale ha svolto il suo primo incontro operativo, dopo quello di insediamento. E siccome un modello bisogna pur sceglierlo, la prima problematica che il Consiglio si è trovato ad affrontare ricorda molto quella che ha animato il primo Concilio tenuto dalla Chiesa a Gerusalemme nel 49 d.C.
I protagonisti di quel lontano Concilio furono di un certo profilo (Pietro, Paolo, Giacomo … ma il paragone non ci intimidisce, perché vogliamo volare alto) e si trovarono a dover stabilire delle priorità per la Chiesa nascente.
Ecco, qualcosa di simile è accaduto anche al Consiglio Pastorale, che è stato chiamato a mettere in ordine le priorità della nostra comunità, a individuare cioè l’emergenza dalla quale partire. Ci si è concentrati esclusivamente su questa domanda, ben sapendo che non è tanto importante scervellarsi per escogitare risposte, quanto porre le domande giuste. Se formuli la domanda in modo giusto, infatti, la risposta corretta ti si mostrerà nel tempo in maniera quasi consequenziale. Papa Benedetto XVI insegna che “la risposta è funzione della domanda”, con ciò intendendo dire che troveremo la risposta in base al modo in cui avremo formulato la domanda, troveremo ciò che abbiamo cercato.
E allora sono state messe sul tappeto proposte diversissime: alcuni pensano che prima d’ogni cosa occorra “formare” le persone, altri che sia più urgente “fare”, migliorare i servizi resi dalla parrocchia; per alcuni, poi, sarebbe prioritario concentrarsi sull’unità interna della comunità, per altri l’occasione imperdibile verrebbe offerta dall’esplosiva realtà di NoLo, alla quale occorrerebbe aprirsi; per alcuni l’emergenza è l’oratorio (anche perché i più piccoli possano costituire un utile “gancio” per avvicinare i genitori), per altri è il contrario, dato che solo un autentico coinvolgimento delle famiglie potrà determinare una maggiore partecipazione dei ragazzi (a proposito, il 26 gennaio celebriamo la Festa della Famiglia).
Insomma, gli spunti di riflessione non mancheranno e nessuno può illudersi che la fase dell’individuazione delle domande giuste sarà breve e indolore. L’auspicio irrinunciabile comunque – al di là delle priorità che verranno individuate – è che la parrocchia non sia più un luogo accidentale, frequentato per caso quando si ha del tempo libero, ma diventi un luogo “scelto” perché realmente diverso, animato da persone piene di impegni lavorativi. Un luogo che ti cambia la vita. Un posto che ci lascia come siamo non serve a nessuno.