Avviene che consegniamo ai ragazzi del catechismo il Vangelo, il Padre nostro, il diario spirituale… avviene che i genitori dei bambini di seconda elementare incomincino con loro il cammino dell’iniziazione cristiana. Avviene che altri giovani genitori chiedano di battezzare i loro bimbi, e che alcuni si trovino anche a trascorrere insieme un pomeriggio per la gioia di stare insieme nel nome di Gesù. Avviene che i ragazzi delle Medie, gli adolescenti, i giovani, continuino l’arrampicata (persino andando in palestra!) della vita cristiana. Avvengono un’infinità di altre cose meravigliose nella vita della nostra Comunità!
E avviene che in tutto questo… è il Signore che viene ogni giorno tra noi! Eccolo il senso dell’Avvento! Avverrà da domenica prossima che durante la Messa vivremo dei gesti molto belli, che tutti i lunedì avremo delle occasioni di ascolto, di preghiera e di riconciliazione. In orari particolari, per permettere la partecipazione di tutti…
Quest’anno l’Avvento, “troppo frequentemente banalizzato a rievocazione sentimentale di un’emozione infantile” (parole dell’Arcivescovo!), noi non ce lo vogliamo perdere: vogliamo vivere tutto quello che avviene, perché è proprio lì che il Signore viene! Buon Avvento a tutti, piccoli e grandi!
dL dG
«La speranza dei poveri non sarà mai delusa»
Le parole del Salmo manifestano una incredibile attualità. Esprimono una verità profonda che la fede riesce a imprimere soprattutto nel cuore dei più poveri: restituire la speranza perduta dinanzi alle ingiustizie, sofferenze e precarietà della vita.
Sembra che nelle parole del salmo ritorni la domanda che si rincorre nel corso dei secoli fino ai nostri giorni: come può Dio tollerare questa disparità? Come può permettere che il povero venga umiliato, senza intervenire in suo aiuto? Perché consente che chi opprime abbia vita felice mentre il suo comportamento andrebbe condannato proprio dinanzi alla sofferenza del povero?
Incontriamo ogni giorno famiglie costrette a lasciare la loro terra per cercare forme di sussistenza altrove; orfani che hanno perso i genitori o che sono stati violentemente separati da loro per un brutale sfruttamento; giovani alla ricerca di una realizzazione professionale ai quali viene impedito l’accesso al lavoro per politiche economiche miopi; vittime di tante forme di violenza, dalla prostituzione alla droga, e umiliate nel loro intimo. Come dimenticare, inoltre, i milioni di immigrati vittime di tanti interessi nascosti, spesso strumentalizzati per uso politico, a cui sono negate la solidarietà e l’uguaglianza? E tante persone senzatetto ed emarginate che si aggirano per le strade delle nostre città? Eppure, dinanzi a questa innumerevole schiera di indigenti, Gesù non ha avuto timore di identificarsi con ciascuno di essi: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me».
Recentemente abbiamo pianto la morte di un grande apostolo dei poveri, Jean Vanier, che con la sua dedizione ha aperto nuove vie alla condivisione promozionale con le persone emarginate. Jean Vanier ha ricevuto da Dio il dono di dedicare tutta la sua vita ai fratelli con gravi disabilità che spesso la società tende ad escludere. È stato un “santo della porta accanto” alla nostra; con il suo entusiasmo ha saputo raccogliere intorno a sé tanti giovani, uomini e donne, che con impegno quotidiano hanno dato amore e restituito il sorriso a tante persone deboli e fragili offrendo loro una vera “arca” di salvezza contro l’emarginazione e la solitudine. Questa sua testimonianza ha cambiato la vita di tante persone e ha aiutato il mondo a guardare con occhi diversi alle persone più fragili e deboli. Il grido dei poveri è stato ascoltato e ha prodotto una speranza incrollabile, creando segni visibili e tangibili di un amore concreto che fino ad oggi possiamo toccare con mano.
Papa Francesco
Lasciamoci evangelizzare dai poveri
I poveri prima di tutto hanno bisogno di Dio, del suo amore reso visibile da persone sante che vivono accanto a loro, le quali nella semplicità della loro vita esprimono e fanno emergere la forza dell’amore cristiano. Dio si serve di tante strade e di infiniti strumenti per raggiungere il cuore delle persone. Certo, i poveri si avvicinano a noi anche perché stiamo distribuendo loro il cibo, ma ciò di cui hanno veramente bisogno va oltre il piatto caldo o il panino che offriamo. I poveri hanno bisogno delle nostre mani per essere risollevati, dei nostri cuori per sentire di nuovo il calore dell’affetto, della nostra presenza per superare la solitudine. Hanno bisogno di amore, semplicemente.
A volte basta poco per restituire speranza: basta fermarsi, sorridere, ascoltare. Per un giorno lasciamo in disparte le statistiche; i poveri non sono numeri a cui appellarsi per vantare opere e progetti. I poveri sono persone a cui andare incontro: sono giovani e anziani soli da invitare a casa per condividere il pasto; uomini, donne e bambini che attendono una parola amica. I poveri ci salvano perché ci permettono di incontrare il volto di Gesù Cristo.
Papa Francesco
Per custodire la casa comune
Ri-torniamo a galla?
Abbiamo forse un po’ dimenticato il nostro piccolo sub che cerca di tornare a galla! È passato giusto un anno da quando abbiamo iniziato a conoscerlo.
All’inizio è stato aiutato da molti… così a Natale dell’anno scorso abbiamo iniziato a restituire 30mila dei 150mila euro che abbiamo ricevuto in prestito. Andando avanti così potremmo riuscire a restituirli nei prossimi 4 anni (dopo i 6 che sono già passati…). Ma, come sappiamo, quest’anno abbiamo avuto l’emergenza per la sostituzione della caldaia… e ce l’abbiamo fatta per miracolo!
Ma ora riusciamo a riprendere l’entusiasmo dell’inizio? È indispensabile!!!
Tantum o semper?!
Ogni tanto papà e mamma possono decidere di fare una bella gita con tutta la famiglia (per esempio tre giorni a Pejo sulla neve con l’oratorio!), ogni tanto si può comprare la lavatrice o il televisore nuovo… ogni tanto: ci sta! Ma certamente non sarebbe molto simpatico dover cambiare la lavatrice tutti i giorni!!!
Ogni giorno, invece, si fa colazione al mattino, in genere si pranza fuori, ma poi si cena anche la sera… e non sarebbe per nulla simpatico farlo “ogni tanto”!!!
Eppure solo 26 famiglie di SMB hanno capito questa faccenda! Solo 26 famiglie un anno fa si sono impegnate a dare un contributo mensile fisso per custodire la casa comune che è la chiesa.
Ci sono state generose offerte “una tantum”… ma sarebbe davvero molto meglio il contrario: tantissime sottoscrizioni (perché tutti mangiano tutti i giorni!) e ogni tanto… anche qualche gita speciale con tutta la famiglia.
Io lancio l’appello, ma sarà il nuovo Consiglio a rendere tutti partecipi dell’andamento dei conti… perché purtroppo (ve lo anticipo) così la Parrocchia non si sostiene!
Credo davvero che molte più famiglie (almeno 260!) possano sottoscrivere un impegno mensile. L’unica cosa che occorre è rendersi conto che la chiesa è davvero la nostra casa comune, dove vogliamo vivere serenamente insieme.
dL
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