Ero piccolo, probabilmente non andavo ancora a scuola. La definizione spazio-temporale è sbiadita, ma il ricordo del concetto nitidissimo: il duomo di Milano è il più bello del mondo, il suo valore incalcolabile… ma – ovviamente! – la vita di un solo uomo vale infinitamente di più del duomo, di tutte le cattedrali del mondo e di tutto l’oro della terra. Questo me lo raccontava la nonna. Poi un po’ più grande imparai anche che l’infinito moltiplicato per 253 è ancora infinito. Quindi… ci fosse stata anche solo una vittima in Sri Lanka, l’episodio è infinitamente più grave di un banale incidente di cantiere non costato la vita di nessuno, se non il tetto di una chiesa (che ormai si usa ben poco come chiesa… tenuto conto dei 15 milioni di turisti l’anno).
Un miliardo di euro che i ricchi della terra hanno fatto a gara a stanziare… corrispondono a circa un milione di euro per ogni tronco di quercia che occorre per ricostruirlo. Che c’è già chi le querce le vuole regalare… e vabbé ci sono gli operai da pagare, ma si sa che gli operai prendono mille euro al mese o poco più… e chissà (anzi si sa!) dove va quel fiume di soldi: ancora nelle tasche di chi ne ha già tanti. Migliaia di persone in strada con tanto di primo piano di qualcuno in ginocchio e in lacrime. Tutti i grandi, i potenti e i sapienti della terra intervistati… per carità, un trauma culturale, un fatto drammatico, nulla da dire, ma infinitamente meno drammatico di quello successo pochi giorni dopo. Infinitamente.
Duecentocinquantatre morti (stima di oggi), uccisi volutamente mentre stavano pregando nelle loro chiese (tutte sventrate) per le quali nessuno darà uno spicciolo (un miliardo di euro probabilmente in Sri Lanka basterebbe per rifare tutte le chiese del Paese). Nessuna manifestazione nelle piazze, nessuna immagine commovente, nessun commento degli uomini di cultura… tanto “si sa”, è roba a cui siamo abituati, e poi il popolo srilankese è un popolo mite, non fa scalpore… seppelliscono i “loro” morti e noi andiamo avanti come prima. Non sono mica duecentocinquantatre morti nelle chiese e negli alberghi di New York o di Parigi!
In seminario mi hanno insegnato che la Chiesa si è sempre ravvivata con il sangue dei martiri. Ma c’era anche un vecchio professore che sosteneva sornionamente che la storia si è sempre fatta con i soldi… Mi tocca constatare la sua “tesi”, ma non rinuncio all’insegnamento autentico. Anzi: mi chiedo quanto possiamo essere stupidi in Italia, dove abbiamo intestato vie e piazze ai “Martiri di Nassiriya” (che, certo, sono stati vittime di un attentato, ma erano armati fino ai denti ed erano “soldati”, erano là per soldi!), a non aver ancora sentito nessuno osare parlare dei “Martiri della Pasqua 2019”, o pensato di istituire la festa liturgica dei “Martiri Srilankesi”! Finiti i nostri “super-ponti” (21 milioni di italiani in vacanza) abbiamo assolto il nostro moderno “precetto pasquale” e torniamo al lavoro senza nessun senso di solidarietà né materiale né spirituale con i nostri fratelli i cui corpi sono stati dilaniati mentre celebravano la risurrezione di Gesù. Magari osiamo candidamente pensare che “grazie a Dio” non è toccato a noi…
Una cara amica mi ha scritto a proposito degli attentati: “non avessimo religioni nessuno sarebbe meglio di un altro”. È evidente che basta un minimo di onestà intellettuale per smascherare la falsità dell’affermazione, chiaramente ideologica. Avrei anche voluto risponderle che, a rigore, il cristianesimo non è una religione, ma sono questioni un po’ troppo sottili. Mi accontento di dire che mi tengo cara “la religione di mia nonna”: mi pare, attualmente, la più aderente al vangelo.
don Lorenzo
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